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venerdì 11 maggio 2012

Mostra Miro'! Poesia e luce, Chiostro del Bramante Roma: 13 maggio FESTA DELLA MAMMA, INGRESSO RIDOTTO




VIVA LA MAMMA!

> 13 maggio 2012

ingresso ridotto alla mostra

Miró!
Poesia e luce

  a cura di María Luisa Lax





Roma, Chiostro del Bramante

fino al 10 giugno 2012



Domenica 13 maggio, in occasione della Festa della Mamma, tutte le mamme accompagnate dai propri figli potranno accedere in mostra con il biglietto ridotto (mamma e figlio pagano € 10 invece che € 12 ciascuno) e il costo dell'audioguida sarà di € 5 anzichè € 8.


Era da molti anni che Roma non ospitava una rassegna esaustiva dell'opera di Joan Miró (1893-1983), il grande artista catalano che lasciò un segno inconfondibile nell'ambito delle avanguardie europee.

La mostra presenta oltre
80 lavori mai giunti prima nel nostro Paese, tra cui 50 olii di sorprendente bellezza e di grande formato, ma anche terrecotte, bronzi e acquerelli. Si potranno ammirare tra i capolavori, gli olii Donna nella via (1973) e Senza titolo (1978); i bronzi come Donna (1967); gli schizzi tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University, tutti provenienti da Palma di Maiorca dove la Fundació Pilar i Joan Miró detiene molte opere dell'artista, concesse in via del tutto straordinaria per l'anteprima italiana.

Con il patrocinio dell'
Ambasciata di Spagna, la mostra Miró! Poesia e luce è prodotta e organizzata da Arthemisia Group, 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE e DART Chiostro del Bramante, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró. La rassegna si terrà presso il Chiostro del Bramante a Roma dal 16 marzo al 10 giugno 2012.

La curatrice è María Luisa Lax Cacho, ritenuta a livello internazionale tra i maggiori esperti dell'opera di Miró, la quale ha voluto illustrare l'ultima fase della produzione della lunga vita dell'artista, quando egli finalmente concretizzò a Maiorca nel 1956 un suo grande sogno: un ampio spazio tutto suo, dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli. In occasione della mostra lo studio tanto desiderato da Miró sarà scenograficamente ricostruito all'interno degli spazi espositivi.


L'esposizione è suddivisa cronologicamente e tematicamente nelle nove sale del percorso, dove si potrà ammirare la produzione di Joan Miró degli ultimi trent'anni della sua vita a Maiorca. La storia del maestro è indissolubilmente legata a questo luogo che, come si esplica dalle sue stesse parole, rappresentava per lui poesia e luce.
Ad eccezione del paesaggio eseguito nel 1908 e degli schizzi realizzati per alcuni progetti murali negli anni Quaranta e Cinquanta, sono presenti in mostra dipinti, disegni e sculture del periodo che va dal 1956 fino alla morte nel 1983.


Sin dal principio della sua attività Miró riteneva che l'obiettivo dell'artista dovesse concernere progetti di grande portata, come i murali e altri lavori d'arte pubblica che offrivano anche l'opportunità di collaborare con architetti e artigiani, lasciando alla pittura da cavalletto una posizione secondaria.

I progetti d'arte pubblica di Miró, caratterizzati da una sintesi tra architettura e arti plastiche, derivata anche dalla sua profonda ammirazione per Antoni Gaudí, sono esemplificati in mostra da opere come Schizzo per la pittura murale del Terrace Plaza Hotel de Cincinnati (1947) e Schizzo per la pittura murale di Harkness Commons, Graduate Center, Università di Harvard (1949-1951), e disegni del Progetto per un murale per la sede dell'ONU a New York (1952-1953).
Dal 1956 Miró è a Palma e comincia un intenso periodo di lavoro che lo vede anche riprendere in mano vecchi schizzi e ridipingerci sopra dopo una dura autocritica. Tra questi dipinti e disegni, in mostra il già citato olio del 1908, il primo di Miró che si sia conservato, e che l'artista aveva coperto proprio a causa di questa epurazione. L'opera Senza titolo è diventata così il recto di un olio del 1960.
Sempre appartenente a questo periodo è l'opera Senza titolo, un bellissimo olio e acrilico su tela con un personaggio, una specie di pupazzo, in cui si inizia a percepire la sparizione dello stile figurativo dell'artista.
Negli anni Sessanta e Settanta, immagini e titoli dei lavori ci rimandano ai suoi temi prediletti come donne, paesaggi e uccelli. Ma l'iconografia si fa astratta e le figure si amplificano. La convivenza di stili e modi di esecuzione diversi da vita a  opere statiche come Mosaico (1966) e a opere dalle pennellate confuse come Poesia (1966). È questo anche il momento in cui, messo da parte il cavalletto, Miró dipinge a terra, cammina sulle proprie tele, vi si stende sopra producendo spruzzi e gocciolamenti come nel Senza titolo, sempre del 1966, un olio, acrilico e carboncino nero con segni di colore rossi e blu.

Degli anni '70 sono i paesaggi monocromi, come Senza titolo del 1973, e altri dipinti sostanzialmente monocromatici come le tele di grande formato e un'altra serie di cinque olii più tardi, del 1978, sfumati, visionari, minimalisti, evanescenti e movimentati, raccolti in un'unica sala, che evocano la predilezione di Miró per il nero degli espressionisti astratti americani e la calligrafia orientale.
Gli ultimi anni dell'artista - quando dipingeva con le dita stendendo il colore con i pugni e si cimentava nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo -, sono illustrati da opere quali Personaggio, uccelli del 1976, un olio su carta vetrata, legno e chiodi. Sempre in questa fase ricorrono nella sua produzione i fondi blu, eterei e modulati, di cui in mostra alcuni esempi, come l'intenso Senza titolo  del 1978.
Infine sono esposte alcune sculture, frutto delle sperimentazioni che l'artista fece nell'arco della sua vita con diversi materiali e tecniche, come collage, "dipinti-oggetto" e altre opere che col passare degli anni traevano ispirazione da ciò che l'artista collezionava che altrimenti - come egli stesso scrisse - "sarebbero cose morte, da museo".

In mostra bronzi quale Donna (1966) e L'Equilibrista (1969), assemblaggi quale Personaggio (post 1973) che riunisce pittura e scultura e discende direttamente dai "dipinti-oggetto" degli anni Trenta, e terrecotte come la maschera (Senza titolo, 1981) e la testa di ceramica (Senza titolo, 1981) che fanno parte di un insieme di pezzi che Miró realizzò in collaborazione con Hans Spinner, a Saint-Paul-de-Vence.

Si è già detto dell'importanza del luogo di lavoro per Miró ed è per questo che è stato ricostruito negli spazi espositivi lo studio in cui egli creò i suoi capolavori. Esposti anche tutti gli oggetti, i pennelli e gli strumenti che Miró usava e che si sono conservati, sempre grazie all'attività della Fundació Pilar i Joan Miró.

"L'incontro di fantasia e di controllo, di oculatezza e di generosità, che forse si può considerare una caratteristica della mentalità catalana, può spiegare, in parte almeno, la base fondamentale dell'arte e della personalità di Joan Miró". Così ha scritto Gillo Dorfles in un suo saggio sull'artista catalano. È per questo che pare oltremodo opportuna la cornice rinascimentale del Chiostro del Bramante quale contrappunto allo spirito multiforme di Miró e al suo linguaggio fatto di macchie, grafismi, spruzzi, impronte, abrasioni, suture e chiodi.



Sede
Chiostro del Bramante
Via della Pace
00186 Roma

Informazioni e prenotazioni
T 06 916 508 451


Biglietteria on line
www.mostramiro.it
www.ticket.it/miro/


Social media

www.facebook.com/miropoesialuce

twitter @Miro_Roma

Uffici stampa
Arthemisia Group

Adele della Sala - ads@arthemisia.it - M +39 345 7503572
press@arthemisia.it
- T +39 06 69380306

Chiostro del Bramante

Valentina de Marco
Raffaele Brancato
comunicazione@chiostrodelbramante.it
- info@chiostrodelbramante.it
T + 39 06 68809035 - F +39 06 68213516

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