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giovedì 20 febbraio 2014

:ABOUT PRACTICE: CAROSSA, ROBERTI, PNINI OPENING H.18.30




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La galleria Giuseppe Pero ha il piacere di annunciare la mostra collettiva
a cura di Alessandro Facente
 
 
ABOUT PRACTICE
 
 
 
Arianna Carossa,Marta Roberti,Tom Pnini
 
 
 
OPENING GIOVEDI 20 FEBBRAIO 2014 ORE 18.30

 
 
Dal 21/2 al 24/4
mar-sab 14.00-19-00

 

 
 
 
ABOUT PRACTICE
A cura di Alessandro Facente
Arianna Carossa, Tom Pnini and Marta Roberti
 
La galleria Giuseppe Pero ha il piacere di annunciare about practice, mostra collettiva degli artisti Arianna Carossa, Tom Pnini e Marta Roberti, a cura di Alessandro Facente.
About practice mette insieme tre artisti della stessa generazione, i cui lavori hanno in comune l'esperienza di aver collezionato in corso d'opera soluzioni formali e vicende specifiche legate alla loro realizzazione che ne hanno cambiano, influenzato e arricchito l'intento originario, stimolando quindi un dibattito sull'osservazione del gesto artistico. In quanto stratificazione cronologica di storie scritte nel tempo, la pratica è quindi essa stessa substrato argomentativo dell'opera d'arte, che impone alla curatela di delinearne criticamente una filologia che le appartenga profondamente e che diventi per essa una voce critica interna al processo di costruzione.
Questo approccio congiunto tra produzione e teoria fa di about practice un mostra che ragiona sull'idea stessa di concetto, il suo ruolo e posizione nell'opera d'arte. Esso non viene inteso come elemento accessorio che esternamente va a supporto dell'opera per una motivazione sociale, una direzione politica o di qualunque altro genere, bensì conseguenza intrinseca di un lavorio costante che nel compiersi sviluppa una sua dimensione teorica.
Autocritica, dunque, l'opera si motiva autonomamente, ovvero per un'urgenza talmente acuta da erigere per sé una gestualità, effimera o compulsiva - non importa -, purché appartenga, però, alla normalità di un impulso semplicemente umano, ad una persona specifica, l'artista, il cui intento è contribuire con questo metodo ad una ricerca universale, quale è quella dello stupore e la meraviglia.

"Tutto ciò che è, è nella natura", così recita Democrito. Nel farlo abolisce qualunque fenomenologia che intenda trascendere spiritualmente la natura. Per il filosofo, quest'ultima è pura materia che esiste per ciò che appare. Allo stesso modo, i lavori di Arianna Carossa, Tom Pnini e Marta Roberti appaiono all'osservatore per la meraviglia di cui sono composti e indagabili per i procedimenti che li hanno resi tali. L'unica trascendenza possibile sta nell'evocazione di tutte le contaminazioni che hanno subito, gli approcci altri a cui si sono ispirati e che, uno dopo l'altro, hanno creato i presupposti teorici che hanno reso la loro, una pratica significante. Ecco che il lavoro di Arianna Carossa, nascendo come installazione di carattere scultoreo, rivela al momento dell'interazione un'improvvisa funzionalità, che rimanda all'oggettualità del design; il quadrittico video di Tom Pnini sfocia nella ricerca di una cromia che il soggetto rappresentato trova direttamente dalla fonte del paesaggio naturale, portando la sua pratica ad assumere una postura profondamente pittorica; mentre ciò che si fissa nell'immobilità dell'installazione ambientale dei disegni di Marta Roberti, in verità rivela le vibrazioni e le immagini in movimento del video.

Tutti i lavori, in un modo o nell'altro, nascono da un'indagine sulla forza perfettiva, scenografica e intricata della natura, e come essa si pongono nei confronti dello spettatore con lo spirito contemplativo che esiste quando la si osserva, sublimando con lo sguardo ciò che ancor prima è stata una costante critica che li ha seguiti dal momento della loro nascita.
Agendo come ascolto visivo, questo mutuo dialogo tra produzione artistica e teoria curatoriale ha incoraggiato a sua volta la volontà della mostra di contribuire al dibattito aperto e più ampio sull'osservazione e la critica contemporanea. Teorie su cui John Berger, con il suo celebre about looking (1980), ha contribuito ragionando sul rapporto che esiste tra l'opera d'arte e la comprensione, attraverso la sua osservazione, dello scenario del tempo a cui è legata per appartenenza o evocazione - come lo sono state ad esempio le due distinte letture da lui prodotte per la pala di Grϋnewald, che a distanza di dieci anni l'una dall'altra, proiettano lo stesso Cristo su due visioni della storia completamente diverse. Di contro About practice propone una lettura interna che agisce, cioè, in un momento precedente la realizzazione dell'opera, dove uno sguardo più intimo è possibile se avviene nei limiti del tempo, dei sensi, storie, teorie, timori, ambizioni, ripensamenti, intuizioni, pulsioni e miracoli della sua costruzione, indagando e celebrando ciò che da esse a loro volta nasce e ne consegue.

ABOUT PRACTICE a cura di Alessandro Facente
Arianna Carossa, Tom Pnini e Marta RobertI
OPENING GIOVEDI 20 FEBBRAIO 2014 h.18.30
Dal 21/2 al 24/4
mar-sab 14.00-19-00

 
 
 
 
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PRESS RELEASE
 
ABOUT PRACTICE
Curated by Alessandro Facente
Arianna Carossa, Tom Pnini and Marta Roberti

Galleria Giuseppe Pero is pleased to announce About Practice, a group show by the artists Arianna Carossa, Tom Pnini and Marta Roberti, curated by Alessandro Facente.

About Practice puts together three artists of the same generation whose works share the experience of having collected, during their progress, formal solutions and specific episodes connected with their making, which have changed, influenced and enriched the original intent, stimulating debate on the observation of the artistic gesture. As a chronological stratification of stories written in time, practice is therefore an argumentative substrate in its own right, which prompts the curator to critically outline a philology belonging deeply to practice, which becomes a critical voice inside the process of construction.

This joint approach of production and theory makes About Practice an exhibition that reasons on the very idea of concept, its role and position in the artwork. It is not seen as an auxiliary element that sustains the work from the outside, due to a social motivation, a political direction or one of any other nature, but as an intrinsic consequence of constant activity that develops its own theoretical dimension as it unfolds.
In a self-critical way, the work independently sets its own motivations, namely due to an urgency that is so acute as to formulate a gestural approach for itself. It does not matter if this result is ephemeral or compulsive, as long as it pertains, however, to the normality of a simply human impulse, to a specific person, the artist, whose intention is to contribute, with this method, to a universal research, the pursuit of astonishment and wonder.

"All that exists, exists in nature," said Democritus. With this utterance, he abolishes any phenomenology that attempts to spiritually transcend nature. For the philosopher, nature is pure matter that exists as it appears. In like manner, the works of Arianna Carossa, Tom Pnini and Marta Roberti appear to the observer for the wonder of which they are made, ready for investigation due to the procedures that have made them what they are. The only possible transcendence lies in evoking all the contaminations to which they have been subjected, the other approaches that inspired them and that, one by one, have created the theoretical suppositions that have made the practice meaningful. Thus the work of Arianna Carossa, starting as an installation of a sculptural character, in the moment of interaction reveals a sudden functional nature that links up with the objectual character of design; the video tetraptych by Tom Pnini issues into the pursuit of a color shading that the subject represented finds directly at the source of the natural landscape, making his practice take on a profoundly pictorial stance; while what is fixed in the immobility of the environmental installation of the drawings of Marta Roberti actually turns out to be the vibrations and images in movement of video.

All the works, in one way or another, spring from an investigation of the perfecting, scenographic and intricate force of nature. Likewise, they approach the viewer with the contemplative spirit that exists in the observation of nature, sublimating with the gaze what has previously been a constant critique that has pursued them from the moment of their birth.
Operating as visual listening, this reciprocal dialogue between artistic production and curatorial theory has encouraged, in turn, the aim of the exhibition to contribute to the open and wider-ranging debate on observation and contemporary criticism. Theories to which John Berger, with his famous About Looking (1980), has contributed by reasoning on the relationship that exists between the work of art and the comprehension, through its observation, of the scenario of the time to which it is linked by belonging or suggestion – as in the case of the two distinct interpretations he provides for the altarpiece by Grϋnewald, separated by an interval of ten years, projecting the same image of Christ into two completely different visions of history. Instead, About Practice proposes an internal interpretation that acts in a moment prior to the achievement of the work, where a more intimate gaze is possible if it happens within the limits of time, the senses, histories, theories, fears, ambitions, reconsiderations, intuitions, impulses and miracles of its construction, investigating and paying tribute to what, in turn, springs and follows from these passages.
 
ABOUT PRACTICE a curated by Alessandro Facente
Arianna Carossa, Tom Pnini e Marta Roberti
OPENING february 20th  2014 h.18.30
From 21/2 to 24/4
tue-sat 14.00-19-00

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© Galleria Giuseppe Pero - Via Porro Lambertenghi 3 - 20159 Milano - Italia - info@giuseppepero.it




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Redazione del CorrieredelWeb.it


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