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Arte e Cultura

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mercoledì 23 dicembre 2015

TORNA Il CONCORSO ECCELLENTI PITTORI. IL QUADRO ITALIANO PIU' BELLO DEL 2015 SARA' SCELTO L'11 GENNAIO 2016

Giunto alla sua seconda edizione, il premio ideato da Camillo Langone e sostenuto dall'azienda casearia Brazzale, decreterà il miglior dipinto dell'anno.

Prestigiosa la giuria, da Camilla Baresani a Nicola Porro, da Franco Maria Ricci a Roger Scruton

Ogni giorno in Italia viene dipinto un bel quadro: Eccellenti Pittori lo pubblica. 

E l'11 gennaio 2016 gennaio sceglierà l'opera migliore del 2015. E' in corso, infatti, la seconda edizione del concorso Eccellenti Pittori Brazzale, ideato da Camillo Langone, curatore del sito e del progetto Eccellenti Pittori, vero "diario della pittura italiana vivente", con il sostegno del Gruppo caseario Brazzale. 

Il concorso sceglierà fra le opere selezionate e pubblicate da Camillo Langone su www.eccellentipittori.it la migliore del 2015, grazie ai voti espressi da una giuria qualificata.  

Il vincitore verrà annunciato l'11 gennaio 2016. I quadri e i pittori selezionati da Camillo Langone sono italiani e dipinti da artisti viventi.

Fra i grandi premi italiani d'arte, Eccellenti Pittori è l'unico dedicato esclusivamente alla pittura. L'unico la cui giuria non sia formata da addetti ai lavori bensì da illustri amanti del bello. 

L'unico concentrato sull'essenziale: dare visibilità all'eccellente pittura italiana degli ultimi 12 mesi. Senza discriminazioni di età, stile, curriculum, senza esigere quote di iscrizione o disponibilità delle opere, e tutto ciò per avere un panorama più completo della migliore produzione pittorica odierna. Ad essere premiato, nel corso della prima edizione di Eccellenti Pittori, è stato "Quum Memoranda", dipinto di Giovanni Gasparro (Bari, 1983), un olio su tela 90x70 cm appartenente alla Collezione Fondazione Pio Alferano.

La giuria della seconda edizione del Premio Eccellenti Pittori - Brazzale vede tra i suoi membri, italiani e non, protagonisti della letteratura (Camilla Baresani, Giuseppe Culicchia, Richard Millet, Edoardo Nesi, Aurelio Picca), del giornalismo (Edoardo Camurri, Nicola Porro), della filosofia (Stefano Bonaga, Roger Scruton), dell'architettura (Pier Carlo Bontempi), della bellezza (Adriana Giotta, Celeste Pisenti), della musica (Chiara Civello), dell'eleganza (Tommaso Pandolfo-Fanchin), dell'enogastronomia (Giancarlo Aneri, Daniel Canzian, Guido Martinetti), dell'ospitalità (Tonino Cacace, Daniele Kihlgren), del mecenatismo e dell'economia (Corrado Beldì, Roberto Brazzale, Franco Maria Ricci, Martino Zanetti). 

Spiega lo stesso Langone: "La pittura va intesa in senso stretto. Le tecniche miste e le scorciatoie meccaniche e quindi disumanistiche dovranno accomodarsi altrove. L'italianità va intesa in senso lato: può considerarsi italiana anche la pittura realizzata da italiani all'estero o da stranieri in Italia. Sul concetto di vivente non si transige: gli autori possono avere dodici anni (come il Michelangelo del Tormento di Sant'Antonio) oppure quasi novanta (come il Foppa dello Stendardo di Orzinuovi) ma in ogni caso devono respirare perché Eccellenti Pittori è la casa della pittura che nasce".



immagini di alcune opere in concorso:
L'ultimo nudo di Giovanni Iudice
Gran Moravia di Enrico Robusti
Hermetic Melancholy di Francesco Lauretta


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sabato 19 dicembre 2015

James Tissot > Festeggia il Natale con l’Arte! > dal 21 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016 > Chiostro del Bramante, Roma

Festeggia il Natale con l’Arte!

James Tissot
Dal 21 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016
Dal lunedì al venerdì un biglietto speciale € 9 per tutti!!!



Dal 21 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016, dal lunedì al venerdì (esclusi i giorni festivi) sarà possibile visitare la prima grande mostra in Italia dedicata al pittore francese James Tissot, al Chiostro del Bramante di Roma, ad un biglietto speciale di 9 € per tutti.

Un'esclusiva natalizia per ammirare le opere di uno dei più raffinati protagonisti dell’élite di fine '800, tra influenze impressioniste e istanze preraffaellite, invidiato e amato in pari misura.
James Tissot (Nantes, 1836 - Buillon 1902) - pittore la cui arte è ancora oggi per alcuni aspetti un enigma, francese di nascita ma britannico di adozione e vissuto a suo agio tra conservatori e liberali - celebra nei suoi quadri la vita dell’alta borghesia portata in auge in epoca vittoriana tra rivoluzione industriale e colonialismo, trasformando la quotidianità in imprese eroiche e celebrative, mutando ogni gesto in un cliché non privo di originalità.

Dart - Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, con il Patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, hanno fortemente creduto nella necessità di presentare al pubblico italiano un artista ancora poco celebrato.

La mostra, aperta fino al 21 febbraio 2016, presenta  80 opere provenienti da musei internazionali quali la Tate di Londra, il Petit Palais e il Museo d’Orsay di Parigi che raccontano l’intero percorso artistico del pittore e l’influenza che su di lui ebbe l’ambiente parigino e la realtà londinese, dando conto della sua vena sentimentale e mistica, del suo incredibile talento di colorista e del suo interesse per la moda.

Tra le opere esposte capolavori quali La figlia del capitano e La figlia del guerriero entrambe del 1873, accanto alla Galleria dell’HMS Calcutta (1886), che illustrano i temi principali della sua arte sempre trattati con profondità psicologica e che attestano il suo talento di colorista e fine osservatore del suo tempo.

La mostra è organizzata con il sostegno eccezionale del Museo d’Orsay, vede come sponsor Generali Italia e come partner dell’iniziativa Trenitalia. L’evento è consigliato da SKY Arte HD.


INFO E PRENOTAZIONI
T +39 06 916 508 451
www.chiostrodelbramante.it

giovedì 17 dicembre 2015

Approvato il “Progetto Speciale Forte Marghera” alla Biennale Architettura 2016.

Fissate le date delle manifestazioni 2016

Venezia, 17 dicembre 2015 - Il Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, si è riunito in data odierna nella sede di Ca' Giustinian.

Il Cda ha approvato il Progetto Speciale Forte Marghera alla Biennale Architettura 2016, che sarà curato dall'architetto Stefano Recalcati. Nella sede espositiva di Forte Marghera (Mestre Venezia), una mostra analizzerà progetti significativi di rigenerazione urbana di porti industriali, contribuendo a stimolare una riflessione sulla riconversione produttiva di Porto Marghera.

Saranno approfondite alcune delle esperienze di quelle città-porto che, a partire dagli anni Ottanta, hanno affrontato il passaggio da città industriali a città post-industriali (Baltimora, le città della Ruhr, Londra, Barcellona, Genova, Rotterdam, Bilbao, Marsiglia) e saranno analizzate quelle realtà urbane in cui la trasformazione è tutt'ora in corso (Dublino, Amburgo, Lione, Oslo).

Il Cda ha inoltre deliberato le date delle manifestazioni 2016

•  il 7. Carnevale Internazionale dei Ragazzi si svolgerà dal 30 gennaio al 7 febbraio

•       la 15. Mostra Internazionale di Architettura, diretta da Alejandro Aravena, si svolgerà dal 28 maggio al 27 novembre

•       la Biennale Danza (direttore Virgilio Sieni) si svolgerà dal 17 al 26 giugno

•       la Biennale Teatro (direttore Àlex Rigola) si svolgerà dal 27 luglio al 14 agosto

•       la 73. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre

•       la Biennale Musica (direttore Ivan Fedele) si svolgerà dal 7 al 16 ottobre.




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am-bi-vert | Angelo Barone - Roberto Pupi | 19.12.2015 | LATO - MOO | Prato



Angelo Barone | Roberto Pupi
Dinamiche spaziali e oscillazioni della forma
19.12.2015 | 29.01.2016 
a cura di Tommaso Evangelista
Il termine inglese ambivert è una parola particolarmente suggestiva ed evocativa nel richiamare il principio per cui una persona dimostra al tempo stesso un atteggiamento introverso ed estroverso. E' un termine, anche solo per associazione spontanea, ambiguo e che tende a visualizzare un confronto-scontro ovvero una visione complessa e stratificata. In tale contesto espositivo non può che richiamare l'ambivalenza della forma attuale, per dinamiche relazionali e "politiche" maggiormente incline alla liquidità che alla concretezza, e il lavoro opposto e speculare sulla struttura dell'architettura (artificiale o naturale), verso la ricerca di un equilibrio instabile.

Il progetto coinvolge due artisti, Barone e Pupi, che ricercano su un'idea trasversale di spazio, inteso come luogo di interrelazione tra forme e volumi, e lavorano sul sincronismo/asincronismo della costruzione cercando di rapportarsi con le informazioni ottenute dagli oggetti. Tale capacità di misurarsi con i cambiamenti degli spazi, avvertibili nelle trasparenze e nelle fluttuazioni delle informazioni, permette loro di modificare la visione e gestire liberamente le regole strutturali cercando quasi un'etica delle forme. Nel superamento dei vincoli geometrici e spaziali, verso un'analisi di carattere quasi temporale, emerge in entrambi una capacità di gestire l'estensione del concetto di presenza-abitabilità e una riprogrammazione dello schermo mobile della rappresentazione, con l'irrompere di dispositivi semantici trasversali, ambivert appunto. Tale mostra quindi, nelle singole ricerche, lavora sulla gestione delle informazioni (strutturali, architettoniche, anatomiche) e su divergenti sistemi di manifestazione/modulazione.

Il lavoro di Roberto Pupi principia dai dettagli, ricreando livelli di struttura e di forma che si proiettano nello spazio. Per ogni area di interesse l'artista ricava una modulazione, un'estroflessione all'interno dell'immagine che da classica finestra albertiana collassa in un'iper-rappresentazione analogica. L'elemento naturale è analizzato in una visione fatta per aree e schemi di organizzazione basati su impressioni ottiche e su una particolare capacità di costruire percorsi nell'immagine fotografica, percorsi che a loro volta attivano processi di dinamizzazione delle forme. L'assenza di staticità porta ad una rottura dei livelli e ad una coscienza maggiore dell'elemento fotografato che viene ad essere percepito, come un solido, da prospettive diverse. Il lavoro sulle anamorfosi, quasi un richiamo alla forma archetipica degli ex-voto, lontano da un'ermeneutica del corpo, modifica invece il processo votivo attraverso la semplificazione delle strutture verso tentativi diversi, meno sacrali, di percezione. Pupi, comunque, cerca di comprendere sempre come viene ad inquadrarsi il fenomeno all'interno dello spazio e lo fa celando le regole. Le opere sviluppano una comunicazione alternativa mentre il processo di modulazione delle immagini, partendo dalla complessità del reale, cerca di ricreare in piccolo una configurazione che diventi organismo e filtro. E' un filtro che, in fondo, polverizza la visione, o la plasma in ogni direzione, e che par assumere i principi del cubismo geometrico picassiano. Ciò non vuol dire che la nostra visione è frammentata, ma potrebbe esserlo in assenza di strutture culturali forti, bensì che la forma, fotografica in tal caso, gestisce dei processi spaziali indipendenti dal fruitore, processi che emergono come ambienti virtuali. E' l'artista a condurre la comunicazione dell'immagine, ovvero la possibilità di monitorare il reale attraverso mappe individualizzate che tendono ad un'espansione dello spazio interno, all'amplificazione della forma e alla creazione di una materia visiva magmatica.




Angelo Barone, invece, lavora per ricercare un ambiente pervasivo, indagando le tracce minimali dell'architettura e individuando il bunker come archetipo costruttivo, modello sommo di organizzazione spaziale e prospettica. La sua è una visione in trasparenza che fa del tempo una forma che sparisce o attende, e crea monoliti virtuali che attendono invisibili nemici come in un apocalittico e silenzioso deserto dei Tartari. In questo caso è la struttura che cerca di gestire la conoscenza delle forme mentre l'eccessiva compenetrazione del corpo nello spazio è risolta nel tentativo di sparizione dell'oggetto. Un oggetto nel quale sono le informazioni di base che fanno rete consentendo all'opera di accumulare nuovi dati e di crescere in termini di comunicazione complessiva. Emerge, silenziosa e celata, la vita propria ed enigmatica dei volumi, lo sforzo di modulazione, il tentativo di concentrare ombra e assenza per sviluppare livelli funzionali di senso. Nella possibilità di individuazione di tecnologie minime, invisibili, si percepisce anche la possibilità dello scontro e l'estensione del contrasto tra forma chiusa, stratificata e monolitica, e un'immateriale sacralità architettonica. La perdita e la sparizione dell'identità diventano allora il pretesto per una ricerca sul vuoto, sull'iperspazio, sulla privazione del corpo, sull'assunzione delle casematte quali potenti metafore del senso, dell'impenetrabilità dell'anima e della necessità di un baluardo. Partendo dal viaggio materiale di Paul Virilio alla ricerca delle infrastrutture difensive del secondo conflitto mondiale, Barone analizza, tra sculture e fotografie, velocità e potere, la contaminazione dei modelli e il superamento della barriera dei punti di vista. Annullando la storicità dell'occhio non fa che estrapolare forme significanti e assolute portandole verso il collasso del senso e della funzione, per l'emersione di una presenza liquida e collettiva, arrivando, così facendo, alla creazione di un non-luogo dal quale emergono unicamente quattro fondamentali proprietà: complessità, conformità, trasformabilità e invisibilità. E proprio sul limite dell'invisibilità si collocano le sue opere, trafitte da punti di vista e da filtri, ma capaci, proprio per la loro caratteristica di svestire i panni dell'architettura e assumere quelli del corpo-oggetto, di trasmettere un'inquietante funzione difensiva.






 inaugurazione sabato 19 dicembre 2015 | ore 18.30 | 

LATO | piazza San Marco 13 Prato
MOO | via San Giorgio 9/A Prato

info: info@lato.co.it

orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00_13.00 | 15.00_19.00
ingresso gratuito

    



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mercoledì 16 dicembre 2015

A Spello "La parentesi del mondo" di Giuliano Sozi

"La parentesi del mondo"
Giuliano Sozi. Opere 1955-2015
5 dicembre 2015 – 3 aprile 2016
Spello, Pinacoteca Civica e Diocesana


Nelle sale della Pinacoteca Civica e Diocesana di Spello un omaggio all'artista surrealista Giuliano Sozi, con oltre 130 opere che ne ripercorrono la produzione pittorica e poetica dal 1955 al 2015

L'artista surrealista Giuliano Sozi è protagonista della mostra "La parentesi del mondo" ospitata nella Pinacoteca Civica e Diocesana di Spello, dal 5 dicembre 2015 al 3 aprile 2016. Spello, città natale dell'artista, "celebra" l'arte di Sozi dal 1955 al 2015. 
 
Poeta, narratore, saggista e pittore, Giuliano Sozi è una personalità unica e affascinante, raccontata dalla sua produzione surrealista, fantastica e accerchiante. La mostra, a cura dello storico dell'arte Giulio Proietti Bocchini, è stata organizzata e promossa dal Comune di Spello, con il patrocinio della Regione Umbria e la collaborazione della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Spello e della società Sistema Museo. 
 
"Con questo progetto fortemente voluto dall'Amministrazione Comunale - afferma il sindaco Moreno Landrini - celebriamo la genialità del nostro concittadino e il suo impegno nel lasciare un segno importante nell'arte italiana. Siamo onorati di poter presentare il percorso artistico, culturale e umano di un artista fortemente legato alla sua città e al suo territorio". 
 
L'esposizione si sviluppa seguendo il percorso artistico del maestro. Il pubblico potrà ammirare le sue più importanti produzioni, come "Torre di Babele", "Spello su base umana" e "Grande paesaggio circolare".

Nelle oltre 130 opere esposte - pitture, disegni e poesie, tra proprietà dell'autore e opere di collezioni pubbliche e private - il tema dominante è quello più caro a Giuliano Sozi, l'uomo e il suo rapporto con la realtà, il mito dell'esistere, i riti antichi e nuovi del suo essere e del suo avere.

"La parentesi del mondo tra le pieghe del nulla" è il primo verso di una poesia di Giuliano Sozi ed ha ispirato il progetto espositivo di questa mostra – spiega il curatore Giulio Proietti Bocchini – Il visitatore è condotto alla scoperta di una dimensione umana, onirica, naturale, ecologica e mistica che l'artista ha voluto esplorare ma non indicare. 
 
Si tratta di un percorso labirintico nel corso del quale le opere risultano "incontri" per chi le scoprirà e le riconoscerà, o testi pittorici densi di citazioni e di messaggi riposti nelle pieghe della narrazione, così ricca di cromie armonizzate. Le opere dei suoi sessant'anni di storia, di vita umana ed artistica, sapranno raccontarvi il movimentato percorso interiore di Giuliano Sozi, scandito dal suo prezioso retroterra culturale affinato e raffinato, nutrito di emotive contaminazioni surrealiste e metafisiche, armonizzate in uno spazio antropomorfo puro, a tratti cristallizzato, spesso animato e vissuto fino all'inclusione.

Sozi ricerca un suo equilibrio nel rapporto tra uomo e natura, tra architettura e spazio, riuscendo così a ridisegnare un paesaggio tutto inedito e spesso inaspettato. Come inattesa sarà la conclusione dell'esposizione; un'immaginaria quadreria offerta dal pittore prospetterà per noi orizzonti infiniti, dove le molteplici parentesi-uomini si passano il testimone".

Nella matrice compositiva di Sozi ogni opera è avvolta da una profonda incidenza filosofica. I suoi paesaggi, paradossali e veri allo stesso tempo, diventano espressione del dualismo mai sopito tra spirito e materia. In silenzi incombenti emergono venature di rocce, antichi cieli di sabbia, fondali incrinati dalla polvere del tempo. La sua figurativa sembra la rivelazione di un universo apocalittico, simbolo della nostra epoca.


COORDINATE MOSTRA 

Luogo: Pinacoteca Civica e Diocesana di Spello (Pg)
Durata: 5 dicembre 2015 – 3 aprile 2016
Promossa da: Comune di Spello
Con il patrocinio di: Regione Umbria
Partner tecnico: Sistema Museo
In collaborazione con: Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Spello
A cura di: Giulio Proietti Bocchini
Orari di apertura: dicembre da martedì a domenica 10.30-12.30/15.00-17.00 chiuso il lunedì e il 25 dicembre; gennaio-marzo venerdì, sabato e domenica 10.30-12.30/15.00-17.00, aperto tutti i giorni dal 2 al 6 gennaio, chiuso il 1 gennaio; aprile da martedì a domenica 10.30-13/15.00-18.30 chiuso il lunedì.
Tariffe: biglietto unico Pinacoteca + Mostra: intero 4,00 euro; ridotto A 3,00 euro (studenti fino 25 anni, +65, gruppi minimo 15 persone), ridotto B 2,00 euro (bambini da 7 a 12 anni); gratuito residenti, disabili con accompagnatore, bambini fino a 6 anni, soci Icom.

Per informazioni: Infopoint di Spello 0742 302239 - spello@sistemamuseo.it - www.sistemamuseo.it - www.comune.spello.pg.it



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lunedì 14 dicembre 2015

am-bi-vert | Angelo Barone - Roberto Pupi | 19 dicembre 2015 |




Angelo Barone | Roberto Pupi
Dinamiche spaziali e oscillazioni della forma

19.12.2015 | 29.01.2016

a cura di Tommaso Evangelista

Il termine inglese ambivert è una parola particolarmente suggestiva ed evocativa nel richiamare il principio per cui una persona dimostra al tempo stesso un atteggiamento introverso ed estroverso. E' un termine, anche solo per associazione spontanea, ambiguo e che tende a visualizzare un confronto-scontro ovvero una visione complessa e stratificata. In tale contesto espositivo non può che richiamare l'ambivalenza della forma attuale, per dinamiche relazionali e "politiche" maggiormente incline alla liquidità che alla concretezza, e il lavoro opposto e speculare sulla struttura dell'architettura (artificiale o naturale), verso la ricerca di un equilibrio instabile.

Il progetto coinvolge due artisti, Barone e Pupi, che ricercano su un'idea trasversale di spazio, inteso come luogo di interrelazione tra forme e volumi, e lavorano sul sincronismo/asincronismo della costruzione cercando di rapportarsi con le informazioni ottenute dagli oggetti. Tale capacità di misurarsi con i cambiamenti degli spazi, avvertibili nelle trasparenze e nelle fluttuazioni delle informazioni, permette loro di modificare la visione e gestire liberamente le regole strutturali cercando quasi un'etica delle forme. Nel superamento dei vincoli geometrici e spaziali, verso un'analisi di carattere quasi temporale, emerge in entrambi una capacità di gestire l'estensione del concetto di presenza-abitabilità e una riprogrammazione dello schermo mobile della rappresentazione, con l'irrompere di dispositivi semantici trasversali, ambivert appunto. Tale mostra quindi, nelle singole ricerche, lavora sulla gestione delle informazioni (strutturali, architettoniche, anatomiche) e su divergenti sistemi di manifestazione/modulazione.


 inaugurazione sabato 19 dicembre 2015 | ore 18.30 | 
 

LATO | piazza San Marco 13 Prato
MOO | via San Giorgio 9/A Prato


orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00_13.00 | 15.00_19.00
ingresso gratuito

    

domenica 13 dicembre 2015

Francesco Guadagnuolo: il cubo perfezione dell'Icona in occasione del Giubileo

Il Cubo di Guadagnuolo "Perfezione dell'Icona: per una ipotesi di lettura del Quadrato, del Cerchio, della Croce di Malevic, in occasione del Giubileo della Misericordia



Uno degli ultimi lavori artistico-scientifici di Francesco Guadagnuolo è la scultura dal titolo: "Il cubo-perfezione dell'Icona-ipotesi del Quadrato, del Cerchio, della Croce di Malevic"- cento anni dopo (1915-2015), realizzata in occasione del Giubileo della Misericordia di Papa Francesco, nella quale un quadrato, un cerchio e la croce sono inseriti in un cubo trasparente sospeso nello spazio e percorso da raggi luminosi che rifrangono la rappresentazione geometrica di ogni angolazione, particolarmente se il cubo è soggetto ad un meccanismo di roteazione sul proprio asse.  


Il quadrato è la configurazione sovrana entro la quale altre configurazioni geometriche potranno essere inserite e che, per roteazione, possono modificarsi in un cerchio (circolarità nella perfezione) o in una croce (emblema ultraterreno nella distinzione tra carne e spirito). 


 La geometria diviene principio che consente di rappresentare l'infinito, anello del mondo.


 All'interno è ubicato un altro cubo di superfice specchiante, che ha la metà della dimensione di quello esterno, grazie al quale l'osservatore può dialogare con ciò che si specchia del mondo reale e con ciò che è transreale, fuori dalla realtà.


Se pensiamo ai pittori d'icone, non riproducono la realtà visibile, in questo modo Malevic allontanava il reale, per liberare l'immagine assoluta cioè l'origine della forma. Il "Quadrato" di Malevic fu esposto nel 1915, nella galleria Dobycina di San Pietroburgo dell'esposizione futurista "0,10" a destra vicino all'entrata, nel luogo dove secondo la consuetudine russa, andavano agganciate alla parete delle abitazioni le vecchie icone. 


Tale concetto fu inteso dal critico Aleksandr Benois che affermò: "Si tratta indubbiamente di un'icona, che per i signori futuristi si sostituisce a quella tradizionale della Madonna".


Tornando al "cubo-perfezione dell'icona" di Guadagnuolo, la struttura geometrica assoluta con il quadrato, il cerchio e la croce traspaiono nello spazio dello stesso solido percorso dalla luce nelle sue illimitate possibilità e modificazioni. 


Guadagnuolo si serve delle trasparenze per raggiungere esiti più compositi, quali appunto la profondità e la luminosità fino a comporre uno spazio-temporale transreale


Così Scienza ed Arte si fondono nell'egemonia del principio "realtà materiale e transrealtà immateriale ". Dunque una spiritualità all'insegna del sacro che è percepito in ogni parte, in tal misura le figure geometriche si consacrano nella perfezione del tutto


Il materiale usato dall'artista è il vetro, scelto per le proprietà peculiari di essenzialità, di purezza e di luminosità. Egli disegna la geometria pensando in contemporanea la realtà trascesa nel supplizio della Croce e la meraviglia dell'infinito.

 
Nel "Cubo", la visuale viene sostenuta oltrepassando lo spazio contenuto, dove la trasparenza genera la circolarità; in altre parole, convivono in simultaneità le quattro dimensioni, tre dello spazio più quella del tempo. Il tempo è inizio e fine, l'Alfa e l'Omega: i due termini vengono in questo caso generati dall'opera. 


Il cubo trasparente di Guadagnuolo non è altro che un'urna, non l'urna cineraria come viene da pensare, ma un'urna metafisica, intesa come archetipo di immortalità e di resurrezione per esprimere la sequenza circolare della vita, con un protrarsi di trasfigurazioni percepite come "trans" in quanto "attraversamento" dalla dimensione terrena a quella trascendentale.

 
Interpretando il pensiero di Rudy Rucker: Nessun senso è in grado di percepire la quarta dimensione, eppure essa ci sta di fronte.

venerdì 11 dicembre 2015

"Palla Picassa" di Stefano Bressani: quando il design aiuta gli animali


Palla Picassa, l'arte di Bressani omaggia il Maestro e diventa solidarietà

Dall'intento di utilizzare l'arte a favore della solidarietà nasce il progetto "Palle d'artista". Un progetto di amore per i nostri amici a 4 zampe.


L'arte di Stefano Bressani è atipica. L'arte di Stefano Bressani è energia, poesia, perfezione. I colori della tavolozza di un pittore si trasformano in stoffe, materiali che arrivano da lontano, che hanno una storia da raccontare e si fondono fino ad assumere una nuova identità. 

Le "Sculture Vestite" hanno stravolto l'idea di arte contemporanea. La tridimensionalità, i colori vividi, le forme pulite che incatenano l'occhio alla tavola sono frutto di un'innovazione non solo visiva ma stilistica e tecnica, un'innovazione talmente grande da conferire assoluta riconoscibilità all'arte di Bressani.

Il progetto "Palle d'artista"
Nel 2011 dall'intento di utilizzare l'arte a favore della solidarietà nasce il progetto "Palle d'artista". In occasione del Natale viene presentata una special edition di "Sculture Vestite" per legare cultura e senso etico. Le tradizionali palle di Natale vengono rivisitate in chiave contemporanea e fuori da ogni richiamo diretto al Natale.
Si tratta di un prezioso oggetto da regalarsi e da regalare per costruire, anno dopo anno, un'opera d'arte e di solidarietà concreta.

Le collezioni
Ogni anno temi e soggetti diversi che con il Natale non hanno nulla da spartire ma che al tempo stesso possono diventare "Oggetti d'arte appesi al ramo" come ama definirli l'artista.
Nel 2011 le palle in stile Afro Jungle hanno sostenuto il Centro Dosso Verde, nel 2012 e nel 2013  i fondi raccolti con le palle "Carambola" e "Tennis" sono stati donati all' ENPA.
Nel 2014 il soggetto "Okkio" ha permesso di iniziare la ristrutturazione di uno dei 10 box del Canile Rifugio di Travacò Siccomario (PV), facente parte della Lega Nazionale di difesa del cane.
Con la Palla Picassa quest'anno Bressani  ha deciso di omaggiare, a 42 anni dalla sua scomparsa, uno tra i suoi più grandi ispiratori: il maestro Pablo Picasso.
I fondi raccolti serviranno a proseguire il rinnovamento del Canile Rifugio di Travacò Siccomario iniziato lo scorso anno. Ogni box porterà il nome delle palle dell'anno in corso.

Informazioni
Palla Picassa a partire da 75 Euro.
Per prenotazioni:
Facebook: "Palle d'artista"
Cel: 349 38 55 416
Web: www.stefanobressani.com


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mercoledì 9 dicembre 2015

Il Sacro incontra l’Arte: un artista contemporaneo si confronta con la tradizione


27.528 / Martina

di Francesco Arena

Inaugurazione: 18 dicembre 2015 ore 19.45 nella Chiesa Madre “Santa Maria Veterana” - via Carroccio, Triggiano (Bari). All'inaugurazione saranno presenti l'artista, il curatore Lorenzo Madaro, autore del testo critico che accompagna l’installazione site-specific, e le autorità religiose e civili.

L’Archeoclub d’Italia di Triggiano “Nicolò De Filippis”, in collaborazione con la Chiesa Madre "Santa Maria Veterana" e l'Amministrazione comunale di Triggiano, propone un progetto speciale legato da un doppio filo alla sfera del sacro e ai linguaggi dell’arte contemporanea, commissionando a un artista la realizzazione di un’opera ispirata al tema della “Natività” all’interno dei suggestivi ambienti ipogei della Chiesa Matrice.

Giunto alla tredicesima edizione, Il Sacro incontra l’Arte negli anni ha coinvolto numerosi protagonisti del mondo dell’arte, con un doppio sguardo sul territorio e sul contesto nazionale e internazionale, Riccardo Dalisi, Piero Di Terlizzi, Lino Sivilli, Paolo Laudisa, Tarshito, Jolanda Spagno, Michele Zaza, Bianco-Valente, Franco Dellerba, Marinella Senatore e Raffaele Fiorella.
Quest’anno è stato invitato a realizzare il progetto l’artista Francesco Arena.

Sarà possibile partecipare alle visite guidate all’interno dell’ambiente ipogeo dalle 19.30 alle 20.30 nelle seguenti date: 25, 26, 27 dicembre 2015 – 1, 2, 3, 6, 10, 17, 24, 31 gennaio, 2 febbraio 2016.

Info: 338.49.35.509.

                                                                      La Presidente dell’Archeoclub “Nicolò De Filippis”
                                                                                             Maria Anna E. Lagioia       




27.528 / Martina

In un grande libro sono custoditi i nomi – solo i nomi – di tutti i cittadini di Triggiano, divisi per nuclei familiari: padre, madre e figlio, ad esempio Daniele, Valentina e Doriano. O magari solo un nome, nel caso di single. Senza distinzione di età, etnie e religione, uno accanto all’altro. Francesco Arena dona ai cittadini del paese un’occasione per ritrovarsi e sentirsi una comunità, all’interno di uno scenario che assorbe anche la storia del piccolo




centro, l’antica chiesa ormai ipogeica. A turno, un volontario – adulti ma anche giovani, uomini e donne – leggerà ad alta voce l’elenco dei nomi e la congiunzione “e” che precederà un nome, indicherà l’ultimo membro di quello specifico nucleo familiare. E così avanti per un’ora, solo nei giorni prestabiliti. Sin nel titolo dell’opera – 27.528 – che è il numero totale degli abitanti di Triggiano – emergono l’alto tasso concettuale della performance e la continuità con la ricerca dell’artista e con il suo metodo di osservazione della storia. Anzi, delle storie: quelle individuali e quelle invece che riguardano intere comunità. Tutte le declinazioni della famiglia – tradizionale e non – entreranno così a pieno titolo in questa riflessione dilatata sul Natale e il tema “sacro” della natività prenderà così forma nella sua interezza, come nascita di nuclei famigliari e di singole persone che, insieme, danno vita a una collettività che vive il presente. Nell’assoluto silenzio della chiesa ipogeica si potrà infatti ascoltare il suono dei nomi di tutte le individualità che, congiuntamente, costituiscono Triggiano.
Martina è un’installazione che rimarrà in permanenza nell’attiguo spazio ipogeo. Qui Arena è intervenuto sostituendo una vecchia bacheca che custodiva un brandello di affresco raffigurante Gesù fanciullo L’affresco è stato quindi posizionato in una teca, progettata dall’artista, ma in una posizione più bassa: in questo modo i bambini che si avvicineranno all’opera potranno guardare Gesù negli occhi. Martina, citata nel titolo, è una bambina di Triggiano; la sua è idealmente l’altezza di tutti i bambini del paese. Intervenendo con un simile approccio, l’artista modifica il rapporto percettivo tra il brandello di affresco – e la sua connotazione sacrale – e i fruitori adulti, che per osservarlo attentamente dovranno pertanto chinarsi al suo cospetto. Permane un aspetto fondamentale dell’indagine di Arena: il corpo – e quindi l’individuo – è il primario mezzo di relazione con ciò che è fuori di noi: la storia, le religioni, la società.

Lorenzo Madaro


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Francesco Arena è nato a Torre Santa Susanna (Brindisi) nel 1978; vive e lavora a Cassano delle Murge (Bari). Tra gli artisti italiani più autorevoli e attivi della sua generazione, riflette in particolar modo sulla storia sociale e politica dell’Italia recente. Nel 2013 ha vinto il Premio New York alla Columbia University, New York.

Mostre personali recenti (selezionate)

2015 – Francesco Arena – 7,1,4; Galleria Raffaella Cortese, Milano
Jannis Kounellis-Francesco Arena, Palazzo Baronale, Novoli (Lecce)

2014 - Ludwig reflections and 1 horizon, Nogueras Blanchard, Madrid
- Double cabin with Times, Galleria Davide Gallo, Milano
- Slide show; A project in NY. Francesco Arena e Claudio Verna, Galleria Monitor, New York

2013 – Francesco Arena – The story behind, Nogueras Blanchard, Madrid


- Onze mille cent quatre-vingt sept jours, Frac Champagne-Ardenne, Reims.

2012- Ogni cosa al suo tempo, Basilica di Santa Maria Maggiore, Bergamo
- Orizzonte con Riduzione di mare, Galleria Monitor, Roma


Mostre collettive recenti (selezionate)

2015 – Ennesima, a cura di V. De Bellis, direzione artistica di E. Bonaspetti, Museo della Triennale, Milano
- Nero su bianco, a cura di R. Storr, L. Ashton Harris, P. Benson Miller, American Academy, Roma
- TUTTOVERO, a cura di F. Bonami, Castello di Rivoli, Rivoli (TO)

2013- Vice versa, Padiglione Italia, 55 Biennale di Venezia, a cura di B. Pietromarchi, Arsanale di Venezia
- Francesco Arena / Anna Franceschini, Casa Italiana, Columbia University, New York

2012 - La storia che non ho vissuto. Testimone indiretto, a cura di M. Beccaria, Castello di Rivoli, Rivoli (TO)
- Biennale Di Cillo, Palazzo Comunale, Triggiano (BA).

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