Quarant’anni fa, il 2 novembre 1975,
moriva Pier Paolo Pasolini, il grande poeta italiano del Novecento.
Guadagnuolo
gli dedica una grande opera che lo ritrae con le principali sue opere.
Una posizione di rilievo nella copiosa
produzione artistica di Guadagnuolo occupa il ritratto. In quest’arte difficile
egli sa utilizzare il materiale pittorico con rapidi e densi tratti, riuscendo
ad evidenziare, al di là della somiglianza fisica, la peculiarità più profonda
dell’animo e del carattere del personaggio rappresentato.
Per questi suoi meriti, riconosciuti,
Guadagnuolo è stato invitato a ritrarre importanti personalità del mondo
ecclesiastico, politico e culturale.
Nella serie
denominata “Ritratti bibliografici”, vi è un modo nuovo nell’affrontare
la ritrattistica; sul segno-pittorico s’inserisce la “parola”, ovvero la
bibliografia della personalità ritratta. L’artista ha incluso nella serie anche
Pier Paolo Pasolini, dove vengono evidenziate all’interno del quadro le sue
opere. In questo caso l’opera appare nella sua totalità e vive di segno e di
parola nell’unità intellettuale.
Osservando il
ritratto di Guadagnuolo sull’intellettuale Pasolini ciò che colpisce alla mente
dell’osservatore è come si vorrebbe approfondire l’analisi pasoliniana sugli
eccessi e gli scompensi di costume italiano tuttora perduranti.
Si vorrebbe attraverso
i titoli delle sue opere poetiche o cinematografiche che siano, riprendere la
strada percorsa quarant’anni fa da questo scrittore così accorto e partecipe ai
fenomeni sociali tanto da esprimere opinioni e giudizi anticonformisti. La
letteratura ancora negli anni settanta, con la sua autenticità trasgressiva e
imponderabilità di accento puntava un ruolo superiore: gli articoli, le poesie
e i saggi di Pasolini, infatti, furono incentivo di più di una semplice riflessione.
Il ritratto di
Guadagnuolo non vuole essere solo un omaggio allo scrittore, ma intende fissare,
attraverso la parola dei suoi libri, un orientamento futuro per un’Italia ancora
da salvare in un momento di crisi politica, ideologica e culturale.
Guadagnuolo raffigura Pasolini vivo,
atto ancora a raccontare, attraverso la sua letteratura commovente, precaria nella
vita, ma piena di tenerezza.
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