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Arte e Cultura

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venerdì 22 maggio 2020

La Galleria Nazionale di Roma riapre in sicurezza grazie al semaforo comportamentale Safety Pois

Coronavirus fase 2 - social distancing

La Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma riapre le porte in sicurezza grazie al semaforo comportamentale

La segnaletica visiva a pavimento di Safety Pois indica in modo automatico ed efficace gli spostamenti che le persone possono seguire per mantenere la distanza di sicurezza da fermi e in movimento

 

Roma, maggio 2020 – Il 18 maggio ha sancito la progressiva riapertura dei luoghi dell'arte. Tra i primi c'è stata la Galleria Nazionale di Roma che ha scelto come partner Safety Pois per garantire la sicurezza dei propri visitatori.

 

L'idea consiste in un sistema di snodi segnalatori, brevettato dall'azienda italiana TCommunication, che, attraverso una segnaletica visiva a pavimento, indica in modo automatico ed efficace gli spostamenti che le persone possono seguire per mantenere la distanza di sicurezza da fermi e in movimento. I dispositivi di distanziamento sono stati installati sia sulla pavimentazione all'esterno che all'interno del palazzo per gestire in maniera ottimale il flusso contingentato dei visitatori.

 

Il semaforo comportamentale di Safety Pois attraversa ora tutte le aree aperte al pubblico della Galleria Nazionale e i pois brandizzati, di diametro di 40cm e di un colore compatibile con l'esposizione e con l'architettura del museo, applicati sul pavimento creano una griglia di distanze di sicurezza che mostrano con chiarezza l'azione consentita al pubblico, indicando gli spostamenti che le persone possono effettuare e i punti in cui attendere il proprio turno rispettando il distanziamento sociale.


La prestigiosa istituzione romana che custodisce la più completa collezione dedicata all'arte italiana e straniera dal XIX secolo a oggi, ha scelto il concept semplice e intuitivo di Safety Pois per restituire al pubblico la possibilità di vivere i suoi spazi e godere delle circa 20.000 opere che vi sono custodite, ora con le modalità provvisorie previste dalla situazione attuale.


La Galleria Nazionale, che si presenta al pubblico con una ricca offerta di mostre, ha attivato tutte le misure precauzionali utili per permettere ai visitatori di muoversi all'interno degli spazi museali in sicurezza (presidi sanitari necessari, informazioni sul codice di comportamento, personale preparato e servizi ripetuti di pulizia e sanificazione degli ambienti di servizio e delle superfici).

 

"Disegnare i nuovi confini senza tracciare linee ma costruendo punti di una rete che unisce i nostri passi e salvaguarda la nostra salute, ci guida a stare in sicurezza e a ristabilire le misure della socialità in questo momento così complesso. Idea folgorante quella di Safety Pois che unita a ars combinatoria, dimensioni variabili, gamma di colori e tipologia di materiali, ha risolto con la sobrietà necessaria e la massima funzionalità, flussi e percorsi all'interno della Galleria" afferma Cristiana Collu, Direttrice della Galleria Nazionale.

 

"Nei musei, il fattore distanza ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale: basilare saper definire i giusti spazi per offrire la migliore esperienza al visitatore e contemporaneamente tutelare le opere in esposizione. Safety Pois è orgogliosa di essersi messa al servizio di una delle più importanti istituzioni artistiche italiane offrendo uno strumento analogico anti-Covid di immediata lettura per tutti, che permetta a pubblico e staff della Galleria Nazionale di muoversi e far rivivere questi spazi ricchi d'arte e cultura nel pieno rispetto delle norme sanitarie" afferma Fabrizio Rametto, CEO di TCommunication e ideatore di Safety Pois.

 

Gli orari di apertura temporaneamente in vigore sono i seguenti: 9.00 – 19.00, ultimo ingresso 18.15.

La Biblioteca e l'Archivio Bioiconografico e Fondi Storici sono accessibili su prenotazione (laagallerianazionale.com).




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lunedì 11 maggio 2020

Biblioteche: nasce la Consulta nazionale della Rete delle Reti


Biblioteche: nasce la Consulta nazionale della Rete delle Reti

Ventisei sistemi bibliotecari e un'unica Rete di cooperazione
per un bacino di oltre sette milioni di cittadini

 

11 maggio 2020 - Mentre il mondo vive un periodo sospeso, nell'attesa di cogliere il presente e immaginare il futuro, le biblioteche di pubblica lettura continuano a lavorare a un comune progetto nazionale di cooperazione, definito non a caso Rete delle Reti (RdR). Ed è proprio grazie a questo ininterrotto lavorìo che il 5 maggio scorso, in un'Assemblea costitutiva on-line cui hanno partecipato oltre cinquanta delegati, si sono poste le fondamenta per una Consulta nazionale dei sistemi bibliotecari.

A poco più di sei mesi dalla presentazione della Rete delle Reti, infatti, sono già 26 i sistemi che vi hanno aderito. In totale un migliaio di biblioteche. Insieme dispongono di un patrimonio – cartaceo e digitale – di oltre dieci milioni di documenti. Dal nord al sud, sono 820 i Comuni rappresentati, sette le Regioni - Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto - e un bacino di utenza di 7 milioni e 300mila abitanti.

Due gli organismi preposti alla governance: oltre alla Consulta, organismo di indirizzo politico - costituita da un rappresentante di ogni singolo Ente firmatario – opera anche il Comitato di coordinamento, affidatario dei compiti attuativi nel rispetto dei traguardi pianificati.

Si sta ora completando l'iter per la nomina dei vertici della Consulta, presidente e vicepresidente, e il consolidamento del coordinamento nazionale.

La sfida

Presentata nell'ottobre scorso, Rete delle Reti ha immediatamente dichiarato i suoi propositi con un Manifesto e un Protocollo d'intesa. Obiettivo principale, costruire un percorso cooperativo per mettere in comune, tra tutti gli enti aderenti, risorse creative, ideative, strumentali e informative in una logica mutualistica, nell'intento di accrescere la diffusione di servizi di pubblica lettura e favorire sinergie ed economie di scala.

Nell'obiettivo, la sfida: sostenere un nuovo format di biblioteca 5.0, condividendo un patrimonio di esperienze, accelerando la circolazione di idee, coabitando spazi di incontro anche virtuali per agevolare gli scambi culturali.  Sfida semplice nell'adozione, complessa e articolata nella gestione, in una realtà territoriale che già ora coinvolge oltre il 12% della popolazione italiana.

 

Il programma

La parola chiave, quindi, è cooperazione attraverso un network che solleciti quel salto di qualità che la biblioteca pubblica già conosce, aggiungendo nuove funzioni e offerte all'utente finale, e assumendo il ruolo di hub culturale di territorio che mette a disposizione non più semplici documenti ma servizi predisposti a misura della persona.

Tradotta in punti programmatici, cooperazione significa dare concretezza e supporto a iniziative vitali come la realizzazione di progetti di grandi dimensioni che travalicano anche i confini nazionali, la presentazione di appelli e istanze a importanti organismi istituzionali, il raggiungimento di significative economie di scala, irrinunciabili nella produzione di nuovi servizi a valore aggiunto e di offerte innovative alle comunità.

Operativamente significa supportare le biblioteche nel lavoro quotidiano, mettere a punto strumenti di consulenza amministrativa, giuridica, progettuale e tecnica, in una prospettiva di miglioramento complessivo.

 

Dall'emergenza i nuovi stimoli

Anche le esperienze accumulate in questo periodo di emergenza diventano preziose nella logica di una rinnovata e condivisa biblioteca pubblica. Pensiamo, ad esempio, alle recenti iniziative di potenziamento dell'offerta digitale e all'incremento del patrimonio documentale a disposizione on-line; all'avvio di contatti telefonici tra bibliotecari e utenti, per ascoltarne le emozioni, registrarne le aspettative e pianificare servizi personalizzati; alla creazione di piattaforme in grado di accogliere il contributo e le conoscenze di cittadini, che nella biblioteca si propongono come coach volontari per creare momenti di formazione e informazione mirati.

Un bagaglio di know-how in continuo arricchimento e da condividere.

 

Gli Enti di riferimento

Cooperazione significa soprattutto condivisione di contenuti. L'entità del progetto Rete delle Reti, in continua crescita ed evoluzione, suggerisce il confronto con Enti istituzionali che custodiscono nel proprio DNA concetti quali cultura, cooperazione, sussidiarietà, rappresentanza e gestione condivisa della cosa pubblica.

Per questo nell'agenda di RdR si sono già creati spazi di collaborazione a diversi livelli con enti nazionali di ampio respiro.

 

I sistemi della Rete delle Reti

Sistema Bibliotecario Lametino, Sistema Bibliotecario Vibonese, Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani, Sistema Bibliotecario Ceretano Sabatino, Sistema Bibliotecario Monti Prenestini, Sistema territoriale Biblioteche dei Monti Lepini, Provincia di Brescia, Sistema Bibliotecario Seriate Laghi (RBBG), Sistema Bibliotecario Valle Seriana (RBBG), Sistema Bibliotecario Lodigiano, SBNEM - Comune di Cologno Monzese, CSBNO – Culture Socialità Biblioteche Network Operativo, Sistema Bibliotecario Urbano Comune di Pavia, Sistema bibliotecario Consortile Panizzi, Sistema Bibliotecario Urbano Comune di Fano, Sistema Bibliotecario Urbano Comune di Torino, SBAM - Nord Est (Settimo Torinese), SBAM - Sud Ovest (Moncalieri), SBAM - Nord Ovest (Collegno), SBAM - Est (Chivasso), SBAM - Ovest (Beinasco), SBAM - Sud Est (Chieri), REDOP - Rete documentaria Provincia di Pistoia, Sistema Bibliotecario Provinciale Padovano, BAM (rete trevigiana) - Comune di Montebelluna, Rete Biblioteche Vicentine.



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