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Arte e Cultura

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sabato 30 settembre 2017

Roma, 3 ottobre. PETER STEIN IN FAUST FANTASIA (2000) - QdA 2017

QUARTIERI DELL'ARTE - XXI edizione

Martedì 3 ottobre (ore 18.00)


In occasione dell'ottantesimo compleanno del regista QdA e Accademia Nazionale di San Luca presentano


PETER STEIN 
in 
FAUST FANTASIA (2000)


Melologo per voce e pianoforte di Arturo Annecchino

Segue maratona non stop di proiezioni che documentano i suoi allestimenti storici, aperta dal film Le maratone di Peter di Giovanni Visentin


Quartieri dell'Arte si trasferisce a Roma nelle sale Palazzo Carpegna (Piazza Accademia di S. Luca, 77) per un Omaggio a Peter Stein, in occasione del suo ottantesimo compleanno.

La giornata di celebrazione di uno tra i grandi protagonisti del teatro contemporaneo avrà inizio alle 18.00 e si protrarrà sino all'alba del giorno successivo. 

Il programma prevede l'esecuzione da parte di Peter Stein del melologo Faust Fantasia (2000), opera per voce e pianoforte di Arturo Annecchino, testo tratto dal Faust di J. W. Goethe, musica eseguita da Giovanni Vitaletti.


Seguirà, nello spazio aperto del cortile di Palazzo Carpegna, la proiezione del film "Le maratone di Peter" di Giovanni Visentin e una non-stop di filmati tratti dagli spettacoli teatrali: A. Čechov, Tre Sorelle, 1983, Schaubühne, Berlin – G. Verdi, Simon Boccanegra, 2002, Staatsoper, Wien – A. Čechov, Zio Vanja, 1990, Mosca/Roma – Eschilo, Orestea, 1980, Schaubühne, Berlin – W. Shakespeare, Come vi piace, 1977, Schaubühne, Berlin – G. Verdi, Don Carlo, 2013, Salzburger Festspielhaus – D. Šostakovič, Nos (Naso), 2011, Oernhaus Zürich – A. Berg, Lulu, 2009, Opéra National de Lyon – J. W. Goethe, Faust, 2000, Arena, Treptow Berlin.


Peter Stein, figura di primaria importanza nella contemporanea scena teatrale e culturale, ha fondato nei primi anni Settanta del Novecento la compagnia e il teatro della Schaubühne a Berlino, dove hanno avuto luogo rappresentazioni ormai considerate leggendarie. Ha operato nei più importanti teatri e festival internazionali, spaziando dalla drammaturgia classica a quella contemporanea, non tralasciando di occuparsi in maniera approfondita di teatro musicale. Dalla metà degli anni Ottanta ha scelto di risiedere in Italia. 

Nel 2000, per l'Expo di Hannover, ha creato, prodotto e diretto "Faust", messa in scena integrale dell'opera di Goethe che, articolandosi in due giornate consecutive e alternando pause a spettacolo, durava complessivamente 21 ore, per una compagnia di 35 attori e con musiche originali di Arturo Annecchino. "Faust Fantasia" nasce da questa straordinaria esperienza e ha visto Peter Stein mettere se stesso in scena per la prima volta nella sua lunga carriera.


Ingresso libero


giovedì 28 settembre 2017

Il Palio di Vigevano: il divertimento che diventa tradizione. Appuntamento sabato 7 e domenica 8 ottobre con il Palio delle Contrade

IL PALIO DI VIGEVANO: IL DIVERTIMENTO CHE DIVENTA TRADIZIONE
Milano, 28 settembre 2017 – Vigevano, città di origine medievale a soli 30km da Milano, è strettamente legata alle sue origini, ancora presenti nelle strutture del centro storico e rappresentate nelle occasioni culturali e ricreative organizzate, primo fra tutti il Palio delle Contrade, l'occasione perfetta per trascorrere un weekend insolito e divertente, alle porte di Milano.

Il Palio dei Fanciulli di maggio, ha fatto come da tradizione da apripista per i grandi giochi delPalio di ottobre, sabato 7 e domenica 8 ottobre 2017, un weekend in cui la città farà un salto indietro nel tempo, con le corti cittadine che si esibiranno e sfideranno negli antichi giochi medievali per aggiudicarsi il cencio della vittoria. 

Il Castello Sforzesco sarà il cuore della manifestazione: dalle ore 17,00 alle ore 23,00 di sabato 7 si potrà visitare il Borgo delle Corporazioni alla scoperta delle tradizioni dell'epoca e degli antichi mestieri. Dalle 19:30, l'appuntamento è a tavola, con la Cena nel Borgo e i sapori delle ricette medievali, rigorosamente rispettate negli ingredienti e nella preparazione per offrire ai visitatori un'esperienza autentica e originale. Il Castello ospiterà poi dalle 21:30 la Notte Sforzesca, un'esibizione di danze e musiche dell'epoca, con spettacoli di sbandieratori e mangiafuoco.

Cuore del Palio sono le Dodici Contrade, che animano la sfilata storica e si affrontano nei giochi medievali il melocotogno, la corsa con le carriole, corsa con il cerchio e la costruzione della torre; ogni contrada rappresenta un'arte o mestiere del tempo, riportando in vita la società medievale: gli arazzieri e i pettinatori della seta sono rappresentati dalla Contrada di Bronzone, i pescatori da Contado, i fabbri e maniscalchi dalla Contrada di Costa, i cercatori d'oro e gli orafi della da Predalata, la Contrada di Castello impersona i notai, mentre Cicerino i panettieri e i mugnai, o ancora i guardiani delle acque di Griona che raccoglievano le tasse dovute al Signore di Milano per l'uso delle acque irrigue per la coltivazione dei campi. 

La Contrada dei Mercanti include i sarti e i proprietari delle botteghe, mentre Sant Martino rappresenta i maestri di pietra, muratori, e maestri di muro, pittori e affresca tori. La Contrada dei Santi Crispino e Crispiniano i ciabattini e i calzolai, mentre fanno parte della Contrada di Strata i lavoratori dei campi e infine la Contrada di Valle è abbinata alle corporazioni delle lanaiole e battilana.

Al fianco delle Contrade, i Gruppi Storici del Palio contribuiscono alla trasformazione della città, per un weekend, in un vero borgo medievale: gli uomini dell'Armeria Ducale rappresentano soldati mercenari al servizio di Francesco Sforza, il Biancofiore anima i giochi con le danze rinascimentali, la giocoleria Aurora Noctis propone intrattenimenti divertenti ed emozionanti dai giochi con i nastri durante la sfilata fino allo spettacolo di Mangiafuoco ed esibizioni con il fuoco, mentre i Musici e Alfieri dell'Onda Sforzesca animano i festeggiamenti tra rulli di tamburi e abili sbandieratori.

Il Palio delle Contrade non è solo rievocazione di avvenimenti storici e cultura rinascimentale, ma anche un "assaggio" di gusti e sapori antichi. I visitatori potranno ammirare la ricostruzione delle antiche botteghe delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri, che a seguito di una ricerca ampia e approfondita da parte dell'associazione Sforzinda, organizzatrice del Palio, hanno riscoperto le antiche ricette ricette e i prodotti realmente preparati in quel periodo dalle diverse classi sociali. 

Alle dodici Corporazioni sono state abbinate le varie pietanze, creando un binomio di  Le Corporazioni aprono le loro botteghe nella suggestiva corngusto e storia molto apprezzato dai visitatori in occasione delle degustazioniice della corte del Castello Sforzesco in primavera e nella Strada Sotterranea in autunno, imbandendo le tavole per gustosi banchetti … d'altri tempi.  

Tra le pietanze più curiose, il vino "Rosso del Duca", il "Sacchetto del pellegrino", la tradizionale "Zuppa" cotta nei pentoloni di bronzo, pasta di pane fritta, vivande a base di riso la cui coltivazione fu riportata in queste terre proprio in epoca sforzesca, specialità con le rane, il "Salame di testa" una vera prelibatezza alla corte del Duca, il dolce del Palio "La Cotignola" impasto di nocciole e miele con farcitura di confettura di mele cotogne, simbolo di nobile casato degli Sforza. Il tutto cucinato e servito proprio come avveniva nelle cucine del Rinascimento lombardo.

mercoledì 27 settembre 2017

Arte, Champagne e sapori della Liguria in scena nella magnifica cornice del Parco più bello d’Italia: Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli

Risultati immagini per Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli

Le sapienti mani della Chef Tina Cosenza hanno firmato l’evento “Food Art”, un'esclusiva serata del Fuori Salone del Genoa Boat Show 2017.


Genova, 27 settembre 2017 - Eletto nel 2017 come Parco più Bello d’Italia, Villa Durazzo Pallavicini, geniale esempio di giardino romantico ottocentesco, piccolo angolo di paradiso della costa ligure, ha fatto da prestigiosa cornice all’evento FoodArt, firmato dalla Chef Tina Cosenza, in collaborazione con lo Champagne Veuve Clicquot. 

Il percorso itinerante, articolato attraverso le magnifiche architetture disegnate da Michele Canzio (1840), ha condotto gli ospiti in crescendo di stupore; sia per gli occhi che per il palato. 

Cinque stazioni di degustazione per raccontare l’eccellenza in tutte le sue forme: l’arte, i sapori di una terra difficile ma generosa e lo Champagne, sublime forma di arte in bottiglia. Gli ospiti sono stati accolti con dei freschi cocktails on the rocks a base di Veuve Clicquot Rich, il primo Champagne creato per la mixologia, per poi continuare la serata con Veuve Clicquot Saint-Pétersbourg, la Cuvée omaggio all’iniziativa audace e vittoriosa di Madame Clicquot che nel 1814, sfidando il blocco napoleonico, riuscì a spedire a San Pietroburgo il suo Champagne, decretando l’inizio della straordinaria fortuna della Maison in Russia. 

I prodotti del territorio, esaltati dalla maestria della Chef del Ristorante Teresa (Genova Pegli) si sono sposati perfettamente con l’eccellenza delle bollicine Veuve Clicquot. Una collaborazione frutto della stima di questa prestigiosa Maison, nota da sempre per il sostegno alle donne più audaci e innovative, che ha deciso, infatti, di annoverare Tina Cosenza tra le donne-imprenditrici dell’Atelier Des Grandes Dames, network ideato per sostenere i talenti femminili dell’alta ristorazione che hanno saputo affermare la loro imprenditorialità e il loro stile professionale. 

 “È un onore per me poter presentare nella mia città, Genova, ricca di luoghi bellissimi ancora da scoprire, questo prestigioso evento” commenta Tina Cosenza “Devo ringraziare la Maison Veuve Clicquot, che da sempre crede nella mia cucina e Villa Durazzo Pallavicini, che ha voluto aprire le proprie porte ad un evento insolito che ne ha esaltato, ancor di più, la bellezza del suo parco”.


#FoodArt 

domenica 17 settembre 2017

CNN Style lancia CNN Style Italy: un documentario dedicato all’eredità italiana nell’arte e nella moda

Un viaggio in tre tappe tra Venezia e Palermo per celebrare il design, l'arte e la moda attraverso le parole dell'artista cinese Ai Weiwei, dell'attore britannico Jeremy Irons e degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana.


CNN Style - la piattaforma online di CNN dedicata alla moda, al design, all'arte, all'automobilismo e al lusso - continua il suo viaggio nel Made in Italy con un documentario esclusivo dedicato a Venezia e Palermo, due città che hanno influenzato l'arte e la moda a livello internazionale.

La nuova serie, da oggi online su cnn.com e on air sul canale televisivo, esplora il patrimonio culturale italiano attraverso le interviste del giornalista e presentatore Derek Blasberg. 

Un itinerario alla scoperta della Biennale di Venezia, della Chiesa di San Sebastiano, a Venezia, e della sfilata di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, a Palermo.

"Abbiamo deciso di realizzare un documentario per raccontare l'influenza che l'arte, il design e la moda italiana continuano ad avere nel mondo. CCN Style è un canale internazionale che ha l'obiettivo di esplorare il concetto di "stile" per un audience internazionale e di alto livello. L'Italia quindi non può che essere il luogo ideale per dimostrare tutto ciò" ha commentato Francesca Church, Produttrice di CNN Style.

La prima delle tre tappe vede protagonista Venezia, città che ogni due anni ospita la Biennale di Arte Contemporanea, dove Derek Blasberg ha intervistato la curatrice della mostra Christine Macel, l'artista cinese Ai Weiwei e Silvano Signoretto, maestro vetraio di Murano.


L'artista NABY presenta la mostra "Play With Me" presso lo Spazio espositivo Olio Su Tavola, Lucca, dal 6 ottobre al 5 novembre 2017

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presenta

PLAY WITH ME

con opere di NABY
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Dal 6 ottobre al 5 novembre 2017

Spazio espositivo Olio su Tavola

Via del Battistero 38 - Lucca

Lo spazio espositivo Olio su Tavola è lieto di ospitare, nel pieno centro di Lucca, la mostra “Play with me”, a cura dell'artista NABY, che dal 6 ottobre al 5 novembre 2017 abiterà i suoi ambienti con un’istallazione eccezionale al confine fra l’inganno e il piacere.

L’installazione è il frutto di una profonda riflessione elaborata dall’artista sulle contraddizioni della cultura occidentale, sempre più asservita al “dio denaro” e dedita alla ricerca spasmodica del divertimento estremo. 

La giostra, infatti, emblema centrale dell’esposizione, rappresenta tipicamente un non-luogo, come gli alberghi, i parchi-gioco o i centri commerciali, dove il visitatore paga per trovare distrazione e “stordirsi” attraverso un turbinio di suoni e mille luci colorate: un “paradiso artificiale”, che al pari di tanti altri prodotti commerciali, è stato progettato per offrire un rapido consumo del piacere. 

Detto altrimenti, la giostra, con le sue false luci, i suoi cavalli agghindati che marciano verso un’unica direzione, in un movimento sempre uguale, diventa il simbolo della vita, del lavoro, dell’uso e abuso del corpo, dell’inganno e delle tante dipendenze che affliggono le persone che abitano le nostre città.

L’esposizione, dunque, si compone di un’installazione che vede al centro dell’opera un cavallo da giostramontato su un piedistallo e alcune casse di legno disposte attorno ad essa, con all’interno altri cavallini giocattolo realizzati in latta, legno e ceramica.

Destinatario diretto dell’opera è il pubblico, invitato a montare il cavallo in tutto il suo splendore e a farsi fotografare fra le luci e i colori della galleria. Le foto realizzate saranno inserite nel catalogo della mostra (previa liberatoria) e parteciperanno attivamente alla sua realizzazione.

Un invito, quindi, al divertimento che nasconde allo stesso tempo una profonda riflessione e dove lo spettatore diventa il protagonista di un gioco estremo fra l’ironia e l’illusione.


NABY

Naby nasce a Vejntilmy nella regione di Pryghisc ai confini con l’Afganistan il 20 ottobre del 1989. Di famiglia di origine nobile - a tutt’oggi il padre possiede uno dei più importanti allevamenti di cavalli dell’Asia - l’artista è stata mandata sin da giovane a studiare all’estero in varie città. Nel corso di questi viaggi, Naby è entrata in contatto con diverse civiltà e culture, sia orientali che occidentali, arricchendo così il suo bagaglio culturale ed esperienziale.

Si è avvicinata al mondo dell’arte dapprima come collezionista e successivamente come artista, sperimentando diversi mezzi espressivi. La sua prima ispirazione è nata a seguito di una mostra di Lukas McMaster (organizzata da Robert Angel alla Galleria Awa nel 2008) in cui l’artista russo-statunitense esponeva una serie di collage astratti. L’anno successivo Naby entra nel gruppo “The last indipendents Minds” (LiMs), esponendo in Medio Oriente e negli USA. 

Dal 2010 al 2012 opera nei cantieri artistici di Camarillo, per poi ritirarsi dalla scena artistica sino al 2016, anno in cui riprende a progettare opere da esporre in svariati contesti: da spazi pubblici a gallerie, a piccole realtà espositive, come locali di ristorazione o d’incontro (biblioteche, piccoli teatri, centri culturali). 

È nota sopratutto per una serie di lavori in cui gli animali giocattolo (soprattutto cavalli e gatti) sono esposti come monumenti simbolo di una ricerca di “liberazione”. Il più noto di questi è Play with me, un’installazione di quattro cavalli pensata per la prima volta nel 2007; ha poi realizzato la serie dedicata agli aerei e ai razzi, creati con materiali di recupero, e Moods of paper, un documento concettuale composto da tarsie ispirate all’arte antica dei tappeti.


INFORMAZIONI UTILI

Nome: “Play with me”
Opere di: NABY
Dove: Spazio espositivo OLIO SU TAVOLA, Via del Battistero 38 - Lucca
Inaugurazione: venerdì 6 ottobre 2017 alle ore 18.00
Date: dal 6 ottobre al 5 novembre 2017
Orari: da mercoledì a sabato 09:30-12:30 / 17:00-01:30, domenica e lunedì 17:00-01:30, martedì chiuso

Per informazioni: info@oliosutavola.com
Sito: oliosutavola.com

venerdì 15 settembre 2017

Claudio Cesari: nuova personale in corso

Il pittore parmense espone fino al 24 settembre oltre ottanta opere in cui il tema del mare è protagonista





Una nuova e suggestiva mostra del pittore Claudio Cesari allestita negli spazi dell'ex prosciuttificio di via Verdi 9 a Collecchio (PR). 

Il titolo, tratto dalla nota poesia del Carducci, “…e sotto il Maestrale urla e biancheggia il mar…” rimanda al tema che caratterizza in prevalenza le oltre ottanta opere esposte tra acquerelli, dipinti a smalto e in acrilico su tela e tavola, la maggior parte delle quali inedite




In questa nuova produzione Cesari accantona i colori vivaci per dare spazio alle nuance più scure, alle ombre, alle rifrazioni, ai colori cupi. E si scopre un Cesari introspettivo, a tratti irrequieto e turbato, come il mare in burrasca che ha ispirato questa nuova produzione, ma anche placido, carezzevole e sereno, come il mare al tramonto frequentato da stormi di gabbiani. 




Il tema dell’acqua non è nuovo per Cesari, ma il contesto cambia, passando dai paesaggi fluviali, in particolare del fiume Taro, agli orizzonti marini delle Cinque Terre, di Lerici, Bonassola e Tellaro. 

E' un artista che riesce a trasporre nelle sue opere un mosaico di stati d’animo anche contrastanti fra loro, partendo dalla natura e da momenti di vita vissuta che segnano lo scorrere del tempo. 

Le opere sono raccolte in un catalogo a colori che comprende i contributi dell'On. Giuseppe Romanini, del critico Marzio Dall'Acqua, del Presidente del Circolo “Il Colle” Daniele Ferrari, del Sindaco Paolo Bianchi e dell'Assessore alla Cultura Michela Zanetti

La mostra, patrocinata dal Comune di Collecchio e dalla Provincia di Parma, è organizzata dal Circolo ricreativo culturale e sportivo “Il Colle” e rimarrà allestita fino al 24 settembre 2017 il venerdì, sabato e domenica e nei giorni di sagra 18 e 19 settembre con orario 16.00 - 19.30. Ingresso libero.

Francesca Caggiati

martedì 12 settembre 2017

Melker Garay | Pensare il non-pensato Ciò a cui il pensiero non può arrivare


Inaugura venerdì 6 ottobre a Palazzo Velli Expo la prima personale italiana di Melker Garay intitolata Pensare il non-pensato. Ciò a cui il pensiero non può arrivare: quindici tele della serie Monokrom, esposte già a Norrköping e a Mosca, e che voleranno a New York dopo l’esperienza romana.

In Garay, scrittore cileno naturalizzato svedese, accostatosi alla pittura nel 2013, immagine e parola non possono scindersi: l’una accompagna e completa l’altra, ne arricchisce il senso. Non a caso molte opere sono associate a brani estratti dalle sue raccolte di storie, da romanzi o da riflessioni scaturite dalla pratica artistica. 

Entrambi mettono a fuoco il dilemma, il paradosso, il dubbio. Il vuoto esistenziale che il gesto della creazione intende colmare.

Sono sette i libri pubblicati, la maggior parte dei quali tradotti in inglese, spagnolo e russo, mentre per l’inverno verranno dati alle stampe in Italia “Lo Spaventapasseri - racconti crepuscolari” e “Il ratto e altri racconti crudeli. Atti a sondare problematiche filosofiche, teologiche e il dualismo vita-morte, presentano una lingua scarna, essenziale, talvolta ironica, e mettono in scena un meccanismo enigmatico-interrogativo attraverso cui setacciare ogni pretesa di verità. Stessi dispositivi sui quali si fondano i quadri. 

«La pittura è per me la parola impossibile da esprimere in un testo scritto», spiega l’autore, che prosegue: «Si tratta di resistere e di dubitare di ciò che è già scontato, certo, ovvio»; «Un lavoro ha una molteplicità di transiti, sia piccoli che grandi, sia visibili che invisibili, sia consentiti che proibiti. Io intendo un lavoro-travaglio dove ogni emancipazione – sia fisica che psichica – sia, a diversi gradi, dolorosa».

Il titolo della serie, Monokrom, è indicativo, ma l’intera mostra non si esaurisce nella ripetizione del colore unico. Nelle prime tele (2013-14) sperimenta un astrattismo concitato: i toni si accumulano e si fanno stridenti e squillanti; oppure si sovrappongono gli uni agli altri dando vita a pattern geometrici, di trama e ordito, o a movimenti di superficie come mare in tempesta. Nella seconda parte (2015-16), più materica, in cui possono comparire inserti tridimensionali, vi è un effetto magmatico, di cristallizzazione della forma; agglomerato primordiale di senso che dal piano sembra tentare di affrancarsi. 

Analizzandone le opere Ida Thunström ha parlato di zen e di influenza di questa tradizione. Man mano cominciano ad apparire delle sagome, e siamo di fronte all’ultimo nucleo figurativo, recente. Autoritratti involontari, pappagalli, fiori, galli, e accenni di volti; il tumulto dei colori ricorda i lavori iniziali: il ciclo che ha percorso in tre anni si è chiuso.

Melker Garay è nato da padre svedese a da madre cilena in Cile (Tocopilla) nel 1966. Nel 1970 la famiglia si trasferisce in Svezia, a Norrköping, che da allora è diventata la sua città. 

Come scrittore ha pubblicato racconti e romanzi, di cui uno, “mcv”, può definirsi come una forma di arte concettuale. La sua letteratura affronta i grandi argomenti e le grandi questioni esistenziali e religiose del mondo contemporaneo. 

Alcuni racconti sono diventati cortometraggi e hanno partecipato a festival internazionali, non ultimo il Festival del cinema di Göteborg e il Berlinalen. “Kinski and Death” ha anche avuto una trasposizione teatrale. Ha di recente fondato il magazine Opulens.se. 

La prima mostra personale è del 2014; l’ultima si è tenuta a Mosca nella primavera 2017 presso Central House of Artists.

Info:
Melker Garay | Pensare il non-pensato. Ciò a cui il pensiero non può arrivare
Mostra personale di pittura di Melker Garay

Inaugurazione: venerdì 6 ottobre ore 18.30
Durante la serata inaugurale si terrà un concerto jazz
7 - 20 ottobre 2017

Dal lunedì al sabato ore 11.00-19.00

Palazzo Velli Expo
Piazza Sant’Egidio 10, 00153 Roma (Trastevere)
Ingresso gratuito

Contatti: +39 06.877.89758 | box11studio@gmail.com | info@palazzovelli.it



giovedì 7 settembre 2017

Convivio, la mostra ospitata dalla Chiesa del Morelli per un percorso attraverso l'iconografia dell'Ultima Cena

Dall’8 e al 10 settembre la Chiesa del Morelli, a Sasso Morelli di Imola (BO) viene esposta la mostra "Convivio", un'esposizione che fa parte del percorso “Segni e immagini della devozione popolareorganizzato da CLAI con il patrocinio della Diocesi e dell’Amministrazione Comunale della città di Imola, giunto quest'anno alla sua XXIV edizione. 

L'Ultima Cena come tema principale per un approfondimento iconografico con materiali artistici risalenti al periodo compreso tra il Settecento e l'Ottocento e un’esposizione di maioliche d'uso e di decorazione databili tra la seconda metà del Settecento e il terzo quarto del Novecento.


Il curatore della mostra è Marco Violi, che spiega:

"Abbiamo dedicato ampio spazio alla maiolica imolese esponendo straordinarie opere come il bellissimo piatto da pompa recante l'arma di Gaetano Fantuzzi. 
La sezione legata al tema principale del convivio eucaristico è costituita da tre sole opere, tutte prestate dal Capitolo della Cattedrale di San Cassiano di Imola: un dipinto settecentesco ad olio magro su tela, un calice ottocentesco in vermeil e smalto e un incredibile manufatto utilizzato nella processione introduttiva al rito della Domenica delle palme, costituito da un ricchissimo intreccio floreale che dà vita – in progressione verticale – a tre autentici capolavori di “scultura”, realizzati anch'essi intrecciando le foglie di palma: Cristo nell'orto di Getsemani, l’Ultima Cena e Cristo risorto.”
Sono due dunque i filoni tematici della mostra "Convivio": uno dedicato ad un'ampia selezione di stoviglie d'uso e di decorazione, mentre il secondo dedicato all'Ultima Cena con elementi d'arte sacra.


La mostra, patrocinata dalla Diocesi e dall'Amministrazione comunale di Imola, raccoglie oltre sessanta opere provenienti dal Capitolo della Cattedrale imolese, dalle raccolte del MIC di Faenza, della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e del Museo della Cooperativa Ceramica di Imola, oltre che da alcuni collezionisti privati.


Giovanni Bettini, Presidente CLAI, Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi, commenta così la mostra:

Ancora una volta il percorso espositivo “Segni e Immagini della devozione popolare” ci riporta ai valori di riferimento nella storia, nella cultura e nelle tradizioni della nostra comunità. Una sorgente ricchissima alla quale attingere per la valorizzazione del patrimonio storico del nostro territorio.
Il titolo della mostra 2017 “Convivio” vuole far riflettere sulla sacralità del cibo, rito che mette in relazione uomo e creato, sul mettersi a tavola, nutrirsi dello stesso pane, condividere pensieri, scambiarsi esperienze, vivere in amicizia e nell'intimità della famiglia”.



INFO BOX
Dove: Chiesa del Morelli (g.c. Fam. Mongardi) a Sasso Morelli.

Inaugurazione: venerdì 8 settembre alle ore 17.30

Apertura mostra al pubblico: sabato 9 e domenica 10 settembre 2017

Orari di apertura: dalle ore 10.00 alle 20.00

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