PaRDeS
Laboratorio di Ricerca D'Arte Contemporanea Concerto d'Arte Contemporanea
Via Miranese 42 – 30035 Mirano (VE) Associazione Culturale
L'anima del suono
10.05 – 12.07.2009
A cura di Maria Luisa Trevisan
PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d'Arte Contemporanea
Via Miranese 42 - Mirano (VE)
A conclusione dell'iniziativa ci si ritrova domenica 12 luglio alle ore 16
sempre in via Miranese, 42, Mirano per festeggiare insieme la chiusura della mostra
Sono in programma le seguenti performances:
Elvira Pisaturo e Giovangiuseppe Fiorillo: Meditazione con campane tibetane e canto armonico
Oltre che essere un momento di pace e serenità dedicato a se stessi, la meditazione rappresenta anche l'opportunità di sperimentare la propria voce e di esplorare il proprio mondo interiore. Dopo il rilassamento guidato, i partecipanti vengono invitati a sciogliere e lasciar scorrere l'energia con l'uso della voce, attraverso l'emissione di semplici suoni spontanei. Quindi si passa alla fase meditativa vera e propria, facilitata dall'ascolto profondo degli strumenti e del canto armonico. Per favorire nei partecipanti il contatto con la realtà interiore più profonda, viene aggiunto al suono delle campane tibetane il canto di alcuni antichi mantra.
A seguire performance di Jean-Pierre e Tamara Landau con Catherine Fava-Dauvergne (canto e danza), dal titolo "Iehi or" - "luce-voce originaria". "La iod come prima inscrizione nello spazio e nel tempo annuncia la nascita del soggetto dell'inconscio ancora nascosto nel torpore della
notte senza fine. All'inizio, l'emergenza della voce di una donna ci ha svegliato tutti da un sonno pesante e terribilmente sensoriale caricandoci di vita e di desiderio." Si tratta di una performance
live del video presente in mostra: dalla volta celeste una iod fiammante come una stella appare e lancia un'onda di luce che si trasforma in suono emesso dalla corolla di un fiore (Catherine Fava-Dauvergne) avvolta come un' installazione in un manto luccicante.
Si conclude quindi il pomeriggio con Eugenio Muner organaro di Dobbiaco operante nel restauro di organi antichi. Oltre ad illustrare le fasi di costruzione di un organo, ci farà ascoltare alcuni brani con l'organo portativo, che ha realizzato non tanto per costruire uno strumento seguendo criteri storici e filologici ma piuttosto con l'intenzione di interpretare il concetto di piccolo organo trasportabile (85x55x33 cm). Lo strumento è costruito prevalentemente in legno di cirmolo, che è molto indicato per la lavorabilità e leggerezza, oltre ad essere un'essenza molto usata nell'organaria storica del Sudtirolo. Anche le 37 canne sono in cirmolo con fronte in noce canaletto. Le misure delle canne sono rilevate da un'opera dell'organaro Johann Götz, attivo a Dobbiaco-Toblach nel XVIII sec. La tastiera di tre ottave a partire dal DO2' è in legno di corbezzolo, acero e ebano. E' provvisto di un mantice a libro che alimenta un secondo piccolo mantice a lanterna che, fungendo da riserva d'aria, consente una buona continuità di suono.
Gli incontri nell'ambito della mostra L'anima del suono, a cura di Maria Luisa Trevisan, hanno toccato il tema dell'ascolto sia nell'aspetto materiale della Costruzione degli strumenti ad arco (con la presenza del liutaio Gino Canello ed il violinista Sebastiano Bazzichetto), sia il rapporto uditivo–visivo, come nel caso della serata su Vincent Van Gogh con lo scrittore Giuseppe Cafiero e le letture di Sara Medici accompagnate dal clarinetto di Lara Panicucci e trombone e chitarra di Silvio Bernardi, così anche la conversazione su Antonio Vivaldi con due direttori d'orchestra di fama internazionale, quali Francesco Fanna e Federico Maria Sardelli, e lo scrittore Tiziano Scarpa, e quella sulla rilettura di testi delle più famose e belle canzoni di Fabrizio De Andrè, nelle originali versioni palindromiche realizzate da Riccardo Misto, con letture di Donatella Medici. Incontri conclusi dal Concerto per clavicembalo di Johann Sebastian Bach, con la clavicembalista Lia Levi Minzi ed il cembalaro Giampaolo Plotzner, che hanno dedicato la serata al Labirinto musicale. Proprio per i numerosi apprezzamenti ricevuti per la mastra e gli incontri che sono stati seguiti da un pubblico numeroso, attento ed interessato si organizza un finissage ricco e stimolante.
Alla mostra aperta dal 10 maggio al 12 luglio partecipano: Claudio Ambrosini Fernandez Arman Franco Armieri Davide Bertocchi Huguette Blèzés Ariela Böhm Alessandro Cadamuro Alessandro Cardinale Giuseppe Chiari Leonardo Cimolin Nicola Cisternino Barbara Codogno - Marcello Mauro - Enzo Varriale Nadia Costantini Sonia Deotto Hélène Foata Silvio Gagno Cristina Gori Enzo Guaricci Maura Israel Karpüseeler Jiri Kolar Ion Koman Jean-Pierre e Tamara Landau Bruno Lucchi Mya Lurgo Maria Pia Michielon Riccardo Misto Aldo Mondino Aldo Pallaro Renato Pengo Simone Racheli Christian Rainer & Karin Andersen Tobia Ravà Claudio Ronco Sevn Oreste Sabadin Hana Silberstein Buci Sopelsa Barbara Taboni Annamaria Targher Paolo Tommasini Alessandra Urso Cesare Vignato Elisabetta Vignato Dania Zanotto Luciano Zarotti Zhou Zhi Wei
Testi di Antonio Costanzo, Maria Luisa Trevisan, Myriam Zerbi. Allestimenti Tobia Ravà.
Con il patrocinio della Provincia di Venezia; Comune di Mirano; Fondazione Bevilacqua La Masa - Venezia. Sponsor: Collalto Azienda Agricola Conte Collalto.
L'anima ed il suono hanno diverse affinità, in quanto la musica è la più impalpabile, volatile, astratta ed eterea delle arti. Uno dei significati di anemos, è vento e soffio, e le note si diffondono nell'aria. Il suono è dunque strettamente legato a questo elemento e così l'anima, la parte più spirituale ed immortale dell'uomo, in molte filosofie, considerata il principio vitale di tutti gli esseri viventi. Con questa esposizione l'associazione culturale Concerto d'Arte Contemporanea, che quest'anno festeggia il suo I° decennale dalla costituzione ufficiale (anche se esiste dal 1995, quale associazione spontanea), rende concreto il suo nome in quanto, in questa occasione più che mai, unisce artisti multimediali (figurativi e musicisti), critici, scrittori, curatori, operatori culturali, esperti musicologi e quanti si prodigano per la diffusione di valori artistici e culturali in genere, affinché coloro che condividono gli ideali di armonia universale possano contribuire con la propria voce ed il proprio operato a dare corpo ad un concerto che diventi sinfonia. Nel bambino il ritmo è innato. Apprende a muoversi ascoltando il battito cardiaco della madre, i suoni ed i rumori che sente provenire dall'esterno. In mostra il cuore è presente in quanto primo elemento sonoro che impariamo ad ascoltare sia sotto forma di performance (Codogno-Mauro-Varriale), che nelle opere tridimensionali e pittoriche (Taboni e Sopelsa). La musica è ritmo, è suono alternato alle pause e si può fare con qualsiasi cosa come ci mostra Giovanni Sollima (We were trees, eravamo alberi) che suona un violoncello costruito con scarti, assemblaggi di materiali diversi, rifiuti, proponendo una nuova frontiera del trash. Vi sono musicisti che suonano con strumenti fatti con pezzi meccanici d'auto (come in una nota pubblicità) ed altri con frutta e verdura, che sembrano prendere spunto da La mela che canta di Kolar. Musicisti e compositori contemporanei suonano in situazioni al limite, incredibili, impensabili, fino a oggi. Concerti ad alta quota, anche sull'Himalaya, a – 20° o con strumenti di ghiaccio. Tim Linhart (USA) scultore e musicista (in Svezia ha costruito un intero hotel di ghiaccio), suona e scolpisce strumenti musicali ad arco rifiniti di sottili strati di ghiaccio. Il progetto, probabilmente l'unico del genere nel mondo è stato realizzato nel 2007 nelle Alpi, nel ghiacciaio della Val Senales in Alto Adige, a 3.200m s.l.m., eseguendo un programma di altissimo livello fra classica, jazz, ambient e musica etnica, trasmettendo sensazioni indimenticabili. L'Icemusic, musica che viene dal ghiaccio o la musica di ghiaccio, ha un unico problema che lo strumento si scioglie e quindi finché si suona si devono gettare continue secchiate di acqua, affinché non scompaia. La musica è stata spesso nel corso del tempo un modello d'ispirazione per artisti. Nell'architettura gotica certe colonne risuonavano come campane e per tradizione queste venivano suonate per scacciare il male, gli spiriti e la peste. Nel rinascimento gli architetti cercano di ritrovare nel modo di operare degli antichi maestri le proporzioni musicali. Brunelleschi costruiva palazzi e chiese in riferimento all'unisono, diapason, diapènte, diatèssaron, poiché anche la musica è matematica e geometria, per raggiungere l'armonia, che dona sollievo ed è strumento di salvezza. Kandinsky in Lo spirituale nell'arte abbina la geometria ed il colore ai suoni. In mostra sono esposte vere e proprie opere sinestetiche create ad hoc, che attraverso il suono stimolano anche gli altri sensi e trasmetteranno varie sensazioni ed emozioni, come il pianto o il riso. All'inaugurazione sono state eseguite performances da Nicola Cisternino, Sevn, Cesare Vignato, Claudio Ronco con la danzatrice Nicoletta Cabassi, Barbara Cotogno e Marcello Mauro.
L'anima del suono coinvolge il senso dell'udito (come nell'installazione di Armieri, nel lightbox di Ravà con un grande orecchio o nel video di Christian Rainer & Karin Andersen dove gli stessi artisti sono trasformati in alieni con orecchie a punta), ma anche il tatto, la vista e lo spazio, attraverso le varie performances, sculture, dipinti, installazioni ambientali e video, anche interattive, come sculture sonanti (Lucchi), dipinti che evocano il tintinnio dei lampadari in cristallo di Boemia (Elisabetta Vignato), tuniche con amuleti, appese come grandi sculture-costume (Zanotto), tastiere di pianoforte stese al vento (Gori) e percorsi sciamanici che restituiscono al fruitore il suono prodotto dalla percussione delle canne di bambù (Zarotti). Vi sono sculture e dipinti che presentano armonie musicali nelle forme e nei colori (Foata, Gagno, Lurgo, Targher). Il suono si sprigiona dalla voce e dal canto, dai passi di danza, dal battito ritmico delle mani e dal movimento del corpo (Urso), dal fruscio del vento, dalle foglie e dai rami, dagli insetti (Mauro), dal risveglio (Sevn), dal vetro (Cadamuro), da tubi (Karpüseeler) ed elementi in acciaio e polietilene (Costantini), dal girare di una ruota di bicicletta (Sabadin), dallo srotolamento di una pellicola (Pengo). Sono presenti opere concettuali di Claudio Ambrosini (nel 2007 vincitore del Leone d'Oro per la Musica alla Biennale di Venezia): una Progressione geometrica, in riferimento al flauto, Eco, ed un Generatore di rumore bianco. Vi sono dipinti con musicisti (Cardinale, Israel, Mondino, Silberstein), con riferimenti anche letterali e poetici al suono (Landau: Yod - Lo chofar ,"iehi or" - "luce-voce originaria" , Ronco) o raffiguranti strumenti musicali (Blèzés, Koman, Ronco, Cesare Vignato, Zhou Zhi Wei). Opere con pezzi di chitarra (Arman) o assemblaggi di strumenti musicali veri e propri: quali strumenti a fiato con riferimenti biblici alle trombe di Gerico (Ravà), o chitarra oppure tromba con spartito (Giuseppe Chiari) e una tromba in cera di "finta carne" (Racheli). Ma anche dischi di marmo (Bertocchi), Il tuffatore rivestito di cd (Tommasini), un pentagramma in raku (Böhm) ed un leggio con palindromi musicali (Misto), un'arpa in vetro e una enorme in legno in giardino (Cimolin e Pallaro). Inoltre campane (Guaricci), anche tibetane, per una grande preghiera della pace (Deotto, Michielon, Cisternino) alla ricerca dell'armonia universale.
La mostra è visitabile su prenotazione fino al 12 luglio da mercoledì a domenica dalle 15 alle 19. Entrata libera e visite guidate su prenotazione: Concerto d'Arte contemporanea – Associazione culturale e PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d'Arte contemporanea: www.concertoartecotemporanea.org; www.artepardes.org; www.tobiarava.com; via Miranese 42, 30035 Mirano (VE) tel./fax 041/5728366 cell. 349 1240891; e-mail: cartec@alice.it; marialuisa.trevisan@virgilio.it; tobiarava@libero.it
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