MAURIZIO LAMPONI LA FORMA DELLA LUCE
AMERICAN DESIGN AND ART
Palazzo Gargantini, via Marconi 4 LUGANO
24 NOVEMBRE – 31 DICEMBRE 2010
giovedì-sabato ore 10.30-12.30 / 15.30-18.30
e su appuntamento telefonico: +41(0)919225142
American Design and Art presenta, dal 24 novembre al 31 dicembre, in una ambientazione americana anni 40 in Palazzo Gargantini a Lugano, una mostra dedicata a MAURIZIO LAMPONI LEOPARDI dal titolo "LA FORMA DELLA LUCE"
All'inizio del secolo scorso la forma e la ricerca della forma perfetta per ogni oggetto diedero origine alla professione del designer.
Oggi, ad un secolo di distanza, è ancora la forma ad essere la caratteristica più importante di oggetti, automobili, barche e tutto ciò che si produce. Da quelle prime forme "studiate" anche per durare nel tempo nasce la passione di MAURIZIO LAMPONI LEOPARDI per la realizzazione delle sue lampade. Le solide e affascinanti forme del passato tornano a rivivere con un'altra funzione per merito della sua fantasia e della sua abilità manuale. Non un "riuso" o un "riciclo" come noi solitamente lo intendiamo per rallentare un eccessivo consumismo, ma un vero e proprio amore per certe forme che, a loro volta, gli suggeriscono la trasformazione e la scultura in cui rinasceranno.
Maurizio Lamponi Leopardi nasce a Milano e qui frequenta a Facoltà di Ingegneria meccanica e sviluppa la sua passione facendo esperienza presso la fonderia artistica di famiglia. Il desiderio di vivere e lavorare in un mondo più creativo lo conduce a collaborare con un fotografo pubblicitario e poi ad aprire uno studio tutto suo. Contemporaneamente si dedica alla creazione di oggetti e lampade che hanno per tema l'America dei rutilanti anni 40 e 50. In questo periodo collabora con importanti Gallerie , quali Kronos di Pavia, Machine Age di Milano e Old di Torino.
Maurizio Lamponi continua a dedicare energia ed entusiasmo all'affascinante gioco del "costruire".
Nota biografica
Per qualche anno lavora presso l'azienda di famiglia (fonderia artistica) dove impara la lavorazione del gesso e delle resine epossidiche finalizzata alla realizzazione di modelli per fonderia. Ma il desiderio di vivere e lavorare in un mondo più creativo e stimolante lo porta nel 1976 a collaborare con un fotografo pubblicitario e poi ad aprire uno studio tutto suo nel 1984.
Durante questo periodo però si dedica anche alla ricerca ed alla realizzazione di oggetti e lampade di legno in uno scantinato messo a sua disposizione dal gruppo "Le mani d'oro" dove convive con pitture acriliche e trompe-l'oeil. Alla realizzazione di oggetti in sintonia con il mondo americano degli anni '40 e '50 si affianca l'opportunità di conoscere Giuseppe Ciocca – direttore della galleria Kronos di Pavia –, e comincia una collaborazione che lo porta finalmente nel mercato dell'oggettistica sofisticata ed a crearsi una buona clientela.
Con la scomparsa di Giuseppe Ciocca comincia un periodo di stasi per ciò che riguarda l'oggettistica a tutto vantaggio della fotografia e della sperimentazione della grafica 3D al computer. Nel 2001 il mondo della fotografia e della grafica in generale è entrato in crisi e quindi il lavoro fotografico è sceso ai minimi termini, da ciò la decisione di tornare con nuove idee ed energie a quello che, in fin dei conti, è sempre stato il "gioco" più importante e più divertente della sua vita fin da quando era ragazzino e cioè "COSTRUIRE".
"Dalla realizzazione dei suoi oggetti Maurizio Lamponi Leopardi cerca in primis di essere stupito ma anche divertito, tutto nasce e si svolge nella testa (anche se ormai spesso passa attraverso una prima realizzazione in grafica 3D ), il risveglio al mattino è il momento magico in cui tutti i pezzi vanno al loro posto come in un puzzle che da tempo aspettava di essere visto e realizzato.
La lavorazione non è focalizzata su di un singolo oggetto per volta ma su più pezzi che crescono a fasi alterne, l'atto ultimo e finale è la felice constatazione che l'oggetto finito coincide perfettamente con l'immagine mentale da cui tutto è cominciato.
Nel futuro mentale esistono già evanescenti oggetti meno legati alla realtà delle cose ma bensì a forme indefinite più legate al sentire che al toccare ed al vedere."
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