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sabato 28 luglio 2018

Cultura: C.Re.S.Co. scrive lettera aperta al Ministro Bonisoli

PAESE CHE (NON) VUOLE CAMBIARE?

 

C.Re.S.Co. riflette sulla fotografia del Paese dopo le valutazioni Qualitative della Commissione Prosa

Lettera aperta al Ministro Alberto Bonisoli

 

Gentile Ministro,

Nell'analizzare il nuovo assetto disegnato dalle valutazioni qualitative della Commissione Prosa -  relativamente alle istanze presentate a valere sul DM 27/07/17 – C.Re.S.Co – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea, parte da un dato concreto, relativo alle imprese di produzione di Teatro di Innovazione – Sperimentazione (art. 13 comma 3): a fronte di 71 istanze presentate risultano ammesse solo 5 imprese non già finanziate nel triennio 2015-2017, ovvero circa il 7% del totale, di cui una sola del Sud.

 

Alla luce di questo dato esemplificativo e pensando agli obiettivi che il Ministero stesso si era posto relativamente al FUS, C.Re.S.Co. non può che porre l'accento su due priorità non risolte: il riequilibrio territoriale e il ricambio generazionale, collegati ad un intaccamento pressoché impercettibile delle vecchie rendite di posizione.

 

L'innovazione dei linguaggi e la scena contemporanea sembrano essere l'anello più debole di un sistema che non riesce a fare scelte coraggiose, a cui crediamo che solo un'accurata conoscenza dei territori e delle proposte artistiche che essi generano possa dare nuovo slancio.

 

Considerando che la finalità delle assegnazioni ministeriali non è tanto quella di finanziare le imprese, quanto quella di restituire ai cittadini italiani servizi culturali per i quali hanno pagato le tasse che sono andate a confluire nel FUS, il riequilibrio territoriale appare una priorità assoluta e ci sembra impossibile immaginare che per un altro triennio ci sia una cospicua fascia di cittadini penalizzata a vantaggio di altri.

 

C'è una Commissione deputata legittimamente a fare delle scelte, ma è necessario che per farle sia messa nelle condizioni di conoscere i territori periferici, collocati al di fuori delle principali direttrici dello spettacolo dal vivo nazionale. Invece, a fronte della parità di valori artistico culturali delle imprese e della qualità dei servizi offerti ai cittadini, alcune aree periferiche del Paese risultano essere state tenute in minore considerazione.

 

Affermando che la fotografia che oggi emerge per il triennio 2018-20 è ancora molto parziale e lontana dal restituire la vitalità dell'intero comparto, C.Re.S.Co. continua a dichiararsi favorevole all'autonomia del lavoro delle Commissioni e del peso relativo alla dimensione qualitativa nella valutazione dei soggetti, esprimendo pertanto perplessità rispetto alle recenti dichiarazioni del neonato Movimento per lo spettacolo, poiché le priorità del riequilibrio territoriale e del rinnovamento del sistema teatrale non si risolvono chiedendo l'annullamento del lavoro delle Commissioni, che provocherebbe un blocco insostenibile quanto  inutile per l'intero comparto senza affrontare il tema di una visione di sistema, che va ben aldilà dei singoli soggetti finanziati o non ammessi.

 

Considerato tutto questo, C.Re.S.Co. suggerisce:

 

• che si difenda il senso della valutazione qualitativa della Commissione attraverso misure atte a metterla nelle condizioni di conoscere allo stesso modo tutti i territori nazionali, ivi compresa la possibilità di retribuzione che le consenta spostamenti e indagini specifiche.
• Che a beneficio dei soggetti ammessi e alla luce delle esigenze del riequilibrio territoriale esposte, si ripristino già per il 2018 i 9 milioni di euro che una serie di improvvide decisioni del precedente Parlamento ha sottratto al FUS;
• Che ci si adoperi alla riapertura per il 2019 di una finestra per il finanziamento di nuovi ingressi;
• che gli uffici del Ministero siano messi in condizione di fare un attento monitoraggio di tutti i soggetti finanziati.

 

Siamo certi signor Ministro che molto lavoro insieme vada ancora fatto, e le chiediamo un incontro per presentarle i risultati della nostra analisi e le istanze di un coordinamento che, avendo al suo interno tanto realtà ammesse e non ammesse al FUS, rappresenta uno spaccato significativo dell'intero settore dello spettacolo dal vivo nazionale.



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