Un lungo lavoro di restauro condotto dal maestro restauratore Simone Settembri ha consentito il completo recupero di uno dei monumenti più importanti di Recanati. La soddisfazione del Sindaco Francesco Fiordomo e dei parenti del cantante lirico, per aver ridonato alla città un prezioso manufatto storico nel suo splendore artistico. La tomba attrae visitatori da ogni parte del mondo e il restauro è stato reso possibile dall'Art bonus e dalla grande partecipazione sociale di aziende e cittadini.
Recanati
"Il recupero ha richiesto due anni di lavoro e l'uso di moderne tecnologie che consentiranno il mantenimento delle pitture – commenta il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo - La città doveva al grande Beniamino Gigli questo intervento, perché la sua tomba, oltre ad essere luogo della memoria, è anche il posto simbolico dove si recano tantissimi ammiratori che arrivano da ogni parte del mondo. Personalmente ho potuto vedere molti studenti coreani commuoversi davanti alla tomba del maestro. Conoscevano solo la sua voce e la sua tecnica e nel nome di Gigli la città ospita una Civica Scuola di Musica con 400 allievi, un corso di canto lirico, iniziative nelle scuole e una stagione operistica sia invernale che estiva con il Maestro Riccardo Serenelli, che continua ad essere un successo. Sono molto contento per il maestro Vincenzoni che da decenni, inascoltato, chiedeva di rendere decoroso il movimento. Oggi è una giornata particolarmente felice per Recanati".
L'art bonus come strumento di tutela e restauro del patrimonio culturale e artistico.
Con l'art bonus il comune di Recanati ha una grande dimestichezza. Il film di Mario Martone "Il giovane favoloso" si è avvalso dei 2 milioni di euro raccolti tra gli imprenditori marchigiani dall'avvocato recanatese Paolo Tanoni. Idem per il recupero della Torre del Borgo e del Portale di Sant'Agostino. Le proposte culturali dell'Amministrazione promosse e sostenute concretamente da cittadini e associazioni.
La tomba di Beniamino Gigli a Recanati
La tomba del grande tenore recanatese Beniamino Gigli (1890-1957), si trova nel Civico Cimitero del Comune di Recanati. Fu lo stesso artista intorno al 1930 a commissionare l'opera al fratello, Prof. Catervo Gigli, diplomato in Belle Arti e scultore, che progettò il mausoleo di famiglia ispirandosi ai più antichi monumenti funebri della storia, le piramidi egizie.
Il monumento ha infatti una forma piramidale a base quadrata ed è interamente realizzato in conci di travertino. Le spoglie dell'artista sono conservate nel sarcofago marmoreo posto dinanzi all'ingresso. La piramide poggia su un basamento decorato con una greca scolpita a bassorilievo con elementi fitomorfi ispirati alla pittura egizia. Le stesse decorazioni scolpite sono presenti sui 12 pilastrini in travertino che delimitano il perimetro esterno del marciapiede. L'ingresso al monumento funebre è sottolineato da un magnifico portale in marmo in stile egizio, a bassorilievo con simboli cristiani e pagani. All'esterno, ai lati del portale, due statue bronzee, realizzate dallo stesso Catervo, raffigurano le virtù teologali: Fede (donna che porta la croce) e Carità (donna con bambino).
L'interno del mausoleo è completamente dipinto a tempera a secco dal maestro recanatese Arturo Politi, su cartoni del maestro Biagio Biagetti (1877-1948).
Nella parete di fronte all'ingresso, sopra il sepolcro marmoreo del Tenore, all'interno di una mandorla di luce colorata con particolari a foglia d'oro, risalta la figura del Cristo risorto nel giorno del giudizio fiancheggiato da due angeli inginocchiati che reggono una lucerna ciascuno. Agli angoli delle due pareti laterali sono dipinte altre quattro figure di angeli con lanterne e altri oggetti simbolici, collegate in basso da un'iscrizione.
Perché era necessario restaurare il monumento
La pavimentazione del marciapiede in lastroni di travertino che circonda il perimetro, presentava sollevamenti e cedimenti del piano di calpestio dovuti all'assenza di un'efficace sistema di regimazione delle acque meteoriche e all'interferenza delle radici degli alberi.
Le superfici in travertino erano "impolverate" e con evidenti e diffusi annerimenti prodotti da depositi di varia natura. Il basamento lapideo presentava incrostazioni di tipo carbonioso e macchie di ossido di rame causate da percolazione dell'acqua piovana dalle sculture bronzee.
Sulle pareti e sulla cornice del portale d'ingresso si evidenziava l'erosione superficiale dell'acqua piovana che l'azione meccanica (dilavamento), chimica (solfatazione) e biologica (muschi, licheni e alghe) con la disgregazione e caduta progressiva dei giunti stilolitici e relativa formazione di microlesioni superficiali, e successiva infiltrazioni d'acqua verso l'interno.
L'umidità da infiltrazione e da risalita capillare sulle pareti era favorita dalla pendenza della strada che fronteggia il monumento facendo convogliare l'acqua a ridosso del marciapiede lapideo.
Sia il cancello che la griglia a pavimento, in ferro e lega di rame con decoro a rami di ulivo, sono stati nel tempo impropriamente, approssimativamente e ripetutamente ridipinti con smalto, facendo perdere le peculiari caratteristiche della finitura originaria del metallo dal colore naturale unito alla doratura dei dettagli ornati e la delicatezza e armonia dei disegni e delle forme.
Le statue bronzee poste ai lati del portale di ingresso erano infine ricoperte da una coltre di polvere mista a sedimenti organici. Sull'impianto decorativo interno si potevano osservare evidenti e numerose lesioni, rigonfiamenti e distacchi degli strati pittorici dovuti alla presenza diffusa di umidità da risalita capillare.
Anche l'intonaco risultava rigonfiato e distaccato in più punti soprattutto al di sopra della zoccolatura perimetrale interna in marmo grigio.
INFORMAZIONI SULLA FRUIZIONE E ORARI DI APERTURA
L'orario di apertura del cimitero civico è:
dalle ore 07.00 alle ore 19.00 (da Maggio a Settembre)
dalle ore 08.00 alle ore 17.30 (da Ottobre ad Aprile)
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