Fino
al 17 dicembre oltre 130 mummie di animali saranno analizzate in loco
con tecnologia "thin slice" che aumenta enormemente la velocità di
esecuzione e la qualità delle immagini.
Torino, 13 novembre 2016
In
un passato non tanto remoto, il contenuto delle mummie si scopriva
soltanto in un modo: togliendo le bende, sezionando e scavando al loro
interno, trascurando l'aspetto della conservazione dei reperti.
Oggi possiamo, invece,
spiare all'interno di sarcofagi e manufatti senza danneggiarli, e con
scansioni ai raggi X e risonanze, per acquisire nuovi elementi di studio
sul loro contenuto.
La Città di Torino ha mostrato grande attenzione
nell'autorizzare l'occupazione di un'area di Via Accademia delle
Scienze proprio nel periodo natalizio e ha reso possibile un importante
progetto internazionale.
Da oggi fino al 17 dicembre oltre 130 mummie
di animali appartenenti alla collezione del Museo Egizio saranno
analizzate attraverso un tomografo mobile messo a disposizione da
FORA, azienda nata nel 1974 in ambito medicale e poi evolutasi nel campo
della tecnologia applicata in ambito sanitario.
In poco più di un minuto, il tempo necessario alla TAC per
eseguire la scansione completa del reperto e realizzarne un'immagine
digitale 3D, si potrà conoscere in maniera più approfondita la mummia e
il suo stato conservativo dando il via a nuovi studi medici e
antropologici.
La Tac, che sfrutta le radiazioni ionizzanti per
ottenere immagini dettagliate dell'organismo, verrà eseguita sull'intero
corpo della mummia e i risultati potrebbero mettere in risalto elementi
importanti sui riti, le eventuali patologie e la causa di morte
dell'animale.
Nello
specifico, verranno esaminati cani, gatti, ibis e coccodrilli, pesci,
serpenti, falchi e altre specie per capire anche il valore che questi
avevano nell'antico Egitto.
Infatti, sono numerose le divinità
egizie che assumono sembianze animali: ad esempio la dea Bastet si
incarna nel gatto, il dio Api nel toro o il dio Sobek nel coccodrillo.
Altri animali servivano, invece, come ex voto, cioè offerte che i
pellegrini portavano ai sacerdoti dei templi come omaggio alla divinità,
altri ancora venivano mummificati perché continuassero a tenere
compagnia al defunto nel suo viaggio verso l'aldilà.
Dall'essiccazione, all'eviscerazione, all'imbalsamazione vera e propria, grazie a questi preziosi esami si potranno quindi studiare
e conoscere sempre meglio anche le tecniche di preservazione dei corpi,
che potevano cambiare a seconda dell'animale trattato e
dell'imbalsamatore che le eseguiva.
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