Un'occasione da non perdere quella di giovedì 30 novembre. Alle ore 16,30, alla Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schimdt presenterà al pubblico fiorentino una delle ultime novità editoriali dell'Editore Sillabe, "Ad averne la stoffa. Storie di tessuti, persone, mestieri" di Piero Tallarico, dedicata al mondo della stoffa, dei tessuti e del costume; un mondo al quale da anni Sillabe rivolge una particolare attenzione e chi qui diventa l'occasione per dipanare racconti di straordinaria intensità ed emozione.
Affiancheranno il Direttore delle Gallerie degli Uffizi la giornalista e critica di moda Eva Desiderio e il critico d'arte Renato Barilli, per raccontare la storia e la particolarità di questo libro che narra di stoffe, tessuti, ricordi altrui, emozioni e sentimenti che ci riportano in dietro nel tempo e nella memoria e ci fanno assaporare il gusto e il calore delle cose semplici e familiari. Un libro che vuole anche essere un omaggio al mondo "magico e senza tempo" degli illustri e raffinati tappezzieri e delle appassionate restauratrici.
Che ci fa un sarto su una barca in mezzo al mare, con un carico di stoffe? Cosa direbbero la seta, il bisso, un paio di jeans o un abito smesso, se per una volta potessero raccontare la loro storia in prima persona? E un calzino bucato poi, perché parlarne?
Pretesti, pretesti perfetti pescati a caso tra i mille possibili che le stoffe concedono per raccontare di epoche precise, dei mille mestieri che le riguardano, di personaggi romantici e avventure anche solo plausibili.
Un tuffo nel passato con gli abiti che la Callas vestiva per le sue opere o con la cura per i tessuti e i vestiti che aveva la bella ma sfortunata Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de' Medici.
Il critico d'arte Renato Barilli nella sua prefazione afferma che "il racconto assume i toni avventurosi che si convengono al grande Joseph Conrad". E ancor di più, nella sua introduzione presente nel libro, il poeta e scrittore Roberto Mussapi lo percepisce come "un libro bello e strano, sul mistero e il prodigio umile dell'arte di dare forma all'invisibile. La nostra vita è come un sogno intessuto da fili invisibili, che dal nulla, tramati, creano una cosa".
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