Arte
come cura ed equilibrio di sé e come strumento di consapevolezza, risvegliare
il potenziale creativo, gestire creativamente le proprie emozioni… Sono le
parole chiave del corso tenuto dalla mediatrice artistica Nadia Valentina
Galimberti alla cui presentazione ha preso parte a Milano un folto gruppo
“L’arte
è un canale straordinario per lavorare ed esprimere le proprie emozioni”:
questo sostiene Nadia Valentina
Galimberti, mediatrice artistica ed esperta nella psicologia del colore e della
forma, che si occupa della ideazione e conduzione di percorsi di induzione
creativa sia per bambini che per adulti, a sostegno dell’individuo, nella sua
ricerca di un proprio equilibrio interiore e benessere. Il corso “La pittura
vibrazionale” è stato presentato a fine novembre al centro del Riequilibrio in
corso Monforte 41 a Milano.
Il
titolo del corso rimanda alla teoria di Vasilij Kandinskij che, in ‘Lo Spirituale
nell’arte’, afferma: “l’arte non è un’inutile creazione di cose che svaniscono
nel vuoto ma è una forza che ha un fine e deve servire allo sviluppo e
all’affinamento dell’anima. Se l’anima dell’artista è viva, non ha bisogno di
teorie cerebrali, trova da sola qualcosa da dire, qualcosa che nemmeno
l’artista in quel momento conosce. E’ l’anima che gli dice quali forme e quali
colori usare e dove trovarli. Ogni colore e ogni forma ha un proprio suono
interiore ovvero la specifica forza, in grado di agire direttamente sulla
nostra anima ed emozionarla”.
“Nel
processo artistico” ha spiegato illustrando il corso Nadia Valentina
Galimberti, “ci si fa condurre dalla parte più emotiva, più creativa e
irrazionale di noi stessi. All’interno di questo percorso si tratta con 3
elementi: emozioni, forme e colori e 3 sono i momenti fondamentali all’interno
di un processo artistico. Il primo è la scelta dei materiali: essi risuonano
con alcune emozioni e rappresentano ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento.
Poi si entra con il secondo momento nel processo creativo vero e proprio, che
attiva una sorta di sublimazione. Due aspetti sono importanti: la necessità di
tirare fuori la propria parte bambina e il lavoro in gruppo. Si lavora con
piccoli gruppi perché bisogna avere una relazione con le altre persone e il
percorso diviene così una sinergia tra i partecipanti. Il terzo momento è
invece quello della riflessione finale, che serve a tirare le fila di quello
che è successo durante il lavoro artistico. Aprirsi alla relazione con gli
altri diventa così un’opportunità e una risorsa, consapevoli che l’unica regola
che si crea all’interno di un gruppo è il non giudizio, la totale accettazione
di quello che gli altri fanno e sono. L’idea alla base del corso è quindi
quella di imparare ad accettare le proprie opere e se stessi; l’arte è infatti
un atto d’amore verso di noi e quello che si crea con questo percorso è un
ponte metaforico tra la nostra realtà interiore psichica ed emotiva e una
realtà esterna quotidiana in cui ci muoviamo continuamente. Attraverso la
creatività si scopre così la nostra imperfezione e l’obiettivo del corso è
quello di amare l’imperfezione che portiamo dentro; l’arte, sotto questo
aspetto, è uno strumento eccezionale”.
Il
pittore simbolista milanese Leombianchi ha partecipato con entusiasmo alla
serata di presentazione di “La pittura vibrazionale”. Egli crede infatti che
“ogni artista, nell’era della luce, ha il diritto di chiamarsi tale se segue
uno scopo sociale e spirituale”. Tutti i suoi lavori sono dedicati alle persone
che credono in una evoluzione spirituale, verso il futuro di un’umanità
realizzata, felice e pienamente rispettosa degli altri eliminando gli eccessi
di consumismo e di mercato. Di origine trentina, Leombianchi ha esposto dal
1968 ad oggi in numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero,
con cicli ecologici, simbolici e psichici e, attraverso vari periodi, dal 1954
ad oggi, le sue tele hanno sempre avuto una forte ispirazione ecologica, acuita
dalla distruzione della natura da parte dell’uomo. Leombianchi ha sempre
portato avanti una ricerca pittorica che è un canto d’amore alla natura e alla
sua magica, armoniosa e millenaria evoluzione. La sua ispirazione è nata dai
simboli terra, aria, acqua, fuoco, poi con la nascita del suo personale
ecoalfabeto, delle onde magiche, della casa dell’ecologia interiore e
dell’ultimo ciclo, il Fenicottero Fenice.
“Il
mio lavoro” ha concluso la Galimberti “riguarda in primis l’effetto psicologico
e benefico che l’arte ha sull’essere umano e i miei corsi di espressione
artistica e creativa sostengono l’individuo nella ricerca del personale
benessere del proprio equilibrio interiore attraverso l’arte. Il primo percorso
che consiglio è propedeutico ed è quello di risvegliare la propria creatività.
A questo segue un percorso più avanzato sull’effetto psicologico che il colore
ha su di noi e il benessere che si può trarre lavorando con determinati colori…
Parto dal presupposto che la creatività sia lo strumento ideale per entrare in
contatto con le emozioni più profonde. L’arte dà infatti la possibilità di esprimere
e di dare forma alle emozioni che con le parole e con la mente mettiamo a
tacere, in modo da gestirle”. “Questa serata è molto interessante per tutto
quello che concerne le nuove forme di approfondimento dell’arte… Spero tanto
che sia un successo” ha aggiunto Leombianchi.
Nessun commento:
Posta un commento