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venerdì 6 dicembre 2013

VERDICROMIA. Peter Bottazzi: Veni Vidi Verdi - Palazzo Morando Milano - fino al 26 gennaio 2014



VERDICROMIA

Peter Bottazzi: Veni Vidi Verdi



La storia di Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, rivisitata a distanza di 200 anni sembra essere, per Peter Bottazzi, un grande utero gravido in attesa di partorire l'universo dei colori, dei simboli, dei suoni, che nel tempo musicale e dell' Italia Risorgimentale avrebbe dato vita e corpo al novello Paese tricolore.  
Come suggerisce lo stesso Peter Bottazzi per queste installazioni ospitate a Palazzo Morando, possiamo parlare di "serissimi diVerdissement", utili a sondare di pancia e di petto, l'anima creativa di Giuseppe Verdi.  
Veni Vidi Verdi è un progetto di natura interdisciplinare, omaggio anticonvenzionale a un uomo che è stato l'indiscusso protagonista della vita culturale del secolo XIX: artista, artigiano, filantropo, senatore, cosmopolita, uomo pubblico e del pubblico.   
Non si stratta di una mostra filologica o scientifica sul grande compositore di Roncole di Busseto, bensì di un'interpretazione artistica che, a partire da considerazioni storiche, magnifica gli orizzonti della visione esaltando la dimensione sonora. 

La parola scritta, lo spartito, la musica, il canto, scandiscono la frenesia dello sguardo e assumono le forme concrete dei pensieri verdiani, votati allo spirito passionario e di rivolta che ha sempre accompagnato la vita del musicista.  
L'uomo aveva prestato il suo cognome per costruire l'acronimo "Viva V.E.R.D.I.", che nascondeva lo slogan "Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia", comunicando al popolo il fine del progetto risorgimentale che avrebbe portato all'Unità d'Italia.  
Si batté inoltre per ottenne dalla commissione musicale del Governo, la normalizzazione del il diapason a 432 Hz, il LA con cui si accordano gli strumenti dell'orchestra e l'intonazione armonica della voce dei coristi, che con una frequenza più alta avrebbero corso il rischio di emettere "strilli troppo acuti".   
A questa ricerca d'armonia corale si riferisce la prima installazione di Peter Bottazzi collocata nel cortile, costituita da un insieme di sedie calate dall'alto verso il basso e convergenti verso un punto focale in cui è stata concentrata una base di ascolto. Michelangelo Lupone e Laura Bianchini, del CRM di Roma (Centro Ricerche Musicali), hanno inventato suoni ed escogitato meccanismi per dare ritmo e timbro alle forme verdiane messe in scena dall'artista. Nelle sale ai piani superiori dell'edificio che ospitano il Museo della Moda, le opere dialogano con gli oggetti presenti permanentemente nell'esposizione, generando continui rimandi e amplificando la lettura dei segni riferibili alla vita e al pensiero di Giuseppe Verdi. 



Alcuni quadri e vedute d'epoca di Milano sono stati interfacciati con elementi in plexiglass che riportano l'immagine del compositore, per ricordare i paesaggi che avevano ispirato alcune sue opere e suggerito personaggi e scenari teatrali.  
Nella Galleria dei Recitativi è possibile osservare una serie di busti marmorei contornati da palle di carta musicali, spartiti rotanti come pianeti intorno alle teste dei pensatori alla ricerca di un testo o di una risoluzione musicale per equilibrare il proprio caos.  
Un ruolo importante è stato assegnato ai personaggi femminili dell'Opera ottocentesca, a Milano rappresentata nel palcoscenico de La Scala, i cui echi sono ora descritti nella scenografia artistica di Peter Bottazzi.  
Aggirandosi nelle camere del Palazzo, è possibile riconoscere Desdemona, moglie di Otello; Violetta Valery, famosa nei salotti parigini che invoca "Amami Alfredo" nella Traviata; Amelia, protagonista di un Ballo in Maschera; Gilda, la figlia del Rigoletto.  
Presenze partecipi in scenari aperti in cui il visitatore si muove, coinvolto nel flusso emozionale del percorso allestito per immergersi nella tridimensionalità dei suoni e delle apparenze, motivato a comprendere nel profondo quell'aria verdiana che spinge a cantare tutti insieme, intonando con il cuore e la voce: Va, pensiero, sull'ali dorate….  



Peter Bottazzi   
Un'attività poliedrica quella di Peter Bottazzi, iniziata dalla pratica teatrale con l'incarico di marionettista, proseguita nel ruolo di illuminotecnico e scenografo del Teatro Colla di Milano. La sua abilità nell'esaminare e risolvere temi difficili della rappresentazione scenica lo ha portato in giro per il mondo, offrendogli l'opportunità di consolidare il suo mestiere e di acquisire una riconoscibilità professionale di scala internazionale. Peter Bottazzi ha trasformato il suo lavoro in una filosofia di vita, uno strumento culturale utile per esplorare aree della conoscenza altrimenti inaccessibili, comunicate al pubblico con un linguaggio artistico di grande suggestione e impatto per la forze della semplicità espressiva con cui si manifestano. Ha incontrato e collaborato con molti registi come Peter Greenway e Robert Wilson. Ha curato in questi anni alcuni degli allestimenti più suggestivi di mostre d'arte, tra cui sono da ricordare quelle di Steve Mc Curry (Milano, Perugia, Genova) e di Giorgio De Chirico (Roma). E' chiamato frequentemente a inventare la messa in scena di scenografie per importanti aziende del design e della moda, come: Diesel, Desalto, Armani, Pomellato, Pitti Eventi, La Rinascente.  

 
VENI VIDI VERDI  
Ideazione, installazioni e cura di Peter Bottazzi  
Con ambientazioni sonore e tecnologie musicali a cura di Centro Ricerche Musicali – CRM e il contributo scientifico di Fortunato D'Amico   

dal 19 novembre 2013 al 26 gennaio 2014
 

Palazzo Morando
 
Via Sant'Andrea, 6 - 20121 Milano  tel 02.88465933

Ingresso libero
martedì - domenica, 9 - 13 / 14 - 17.30
www.costumemodaimmagine.mi.it

INFO
Peter Bottazzi

www.peterbottazzi.com






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