Nelle tele di Fabio Soto, d'impronta astratto-geometrica, non appaiono soggetti o significati: il colore crea semplicemente le forme.
L'artista procede nella stesura pittorica con ritmo regolare, metodico, quasi da "architetto".
Le campiture piatte di colore vengono attraversate da linee parallele o diagonali, semplici e dirette. Le tonalità, talvolta luminose, sature e acute, altre volte più velate, scarne e moderate, sono scelte per cercare accordi cromatici personali, intimi. I colori tendono a una segreta ma intensa vibrazione reciproca.
Nelle serie pittoriche degli ultimi anni, Collezionista di strade e Desiderio di cambiamento, Fabio Soto sembra alla ricerca dell'equilibrio perfetto, quasi classico nella sua geometria.
"Di solito mi esprimo attraverso strade o sentieri, quasi sempre colorati, perché sono nato in un Paese dai tanti contrasti. L'isola è molto colorata".
L'estrema semplificazione non si basa ovviamente soltanto su esigenze formali: il suo costante tentativo di far incontrare i colori in forma sempre più armonica o comunque poetica svela una semplicità e mitezza d'animo addirittura rivoluzionaria per la nostra contemporaneità.
Questa predisposizione umana e artistica inattuale manifesta una forma di resistenza al presente più o meno consapevole, più o meno volontaria. E più consapevoli e involontarie più tali attitudini sono esteticamente interessanti. Nei casi più evidenti raggiungono la capacità estetica di commuovere.
Fabio Soto offre allo spettatore con ingenuità e candore il suo desiderio di precisione e incontaminatezza, svelando la personale aspirazione ad una sfera esistenziale superiore e spirituale: una necessità interiore.
Nelle sue tele più recenti dalla serie Dal bianco al nero i colori neutri, nero, bianco e grigio, nei diversi accostamenti, sono forse una meditazione sul chiaro e lo scuro e sulle zone d'ombra dell'animo umano. Se è vero che l'opera d'arte può rivelare qualcosa dell'anima del suo autore, ecco allora che quella di Fabio Soto appare colorata e solare come la sua Cuba ma al tempo stesso anche estranea e malinconica – distaccata. Colori dell'anima che risentono e si nutrono di sogni, illusioni, speranze, esclusioni e lontananze.
"il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima è il pianoforte dalle molte corde.
L'artista è la mano che , toccando questo o quel tasto, mette opportunamente in vibrazione l'anima umana."
Vassily Kandinsky
Andrea Guerzoni
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