Tre le visite in programma, a distanza di un’ora l’una dall’altra: a fare da guide gli stessi alunni della De Andrè, tra le cui pareti, dal 2014 a oggi, coordinati da Andrea Biavati, hanno realizzato più di sedici tra installazioni e murales.
L’innovazione rispetto a modelli analoghi di didattica sperimentale è nello sconfinamento in pratiche extra artistiche: non solo, dunque, si concepiscono e concretizzano i lavori; c’è uno studio approfondito dei materiali, grazie anche alla collaborazione di uno specialista del British Museum, tenuto a selezionare i più idonei; ogni Wall si documenta e si mette in rete (l’uso consapevole dei social network, delle dirette streaming, e dei canali di divulgazione è parte integrante delle attività quotidiane); si fa fundraising per acquistare i prodotti per i muri in cantiere (di cui l’apertura di sabato è uno dei modi); si restaurano i graffiti eseguiti dalle classi precedenti; si creano audio guide per rendere fruibili gli ambienti; si rilasciano interviste, si partecipa a conferenze e seminari, e si coopera con altre Associazioni presenti sul territorio per migliorare l’intero quartiere.
Nell’ultimo mese ad esempio, oltre a andare avanti con il Wall Sconfiniamo, i ragazzi hanno affrontato il compito di strutturare e consegnare un progetto a una Fondazione privata, nell’intento di creare una collezione permanente di sculture e dipinti di altri artisti.
In una logica affine rientrano le mostre temporanee, chiamate Confronti: dopo la presenza di Stefano Bolcato, sabato 25 marzo verrà esposta un’opera di Sonia Cipollari incentrata sul ritratto, tematica cara all'autrice e che si ricollega al programma “Junior street art” seguito assieme agli studenti della Franceschi nel giugno 2016. A completare l'incontro, Sonia racconterà il proprio percorso espressivo e professionale, un iter che parte dagli studi accademici, prosegue con le esperienze nel campo della decorazione fino a giungere all’attuale ricerca pittorica.
C’è il Wall05 INKiesta Macchia o Segno?, in cui hanno riportato sulla parete, ingigantendola, una macchia di inchiostro; il Wall09 De Andrè, mosaico di tessere grigie che riproducono un’immagine di Fabrizio De André; il Wall10 Paper 6x3, enorme foglio/aeroplanino eseguito in sei mesi; il Wall11 Chewing gum con tanto di banco e sedia raffigurati; fino al Wall12 Informativo, costruito con Arduino, al WALL15 Black stars, in sinergia tra le quinte elementari e le terze medie, “lavagna nera” costellata di piccoli oggetti e connessioni delebili; e al WALL16 All Colors, con cui interagire attraverso il tatto, l’ultimo terminato. Non solo, in questi tre anni molti sono stati anche i progetti collaterali: installazioni sorte spontaneamente con pile di libri, la ciclabile light, i Brainphone e le maschere del corso di ceramica.
L’ingresso prevede una donazione di 5 euro, per raccogliere fondi da destinare all’acquisto dei nuovi materiali.
I biglietti, pensati dai ragazzi e diversi l’uno dall’altro, sono concepiti come piccoli oggetti da collezione per ricompensare i visitatori della loro generosità.
Scuola Media F. De André
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