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Arte e Cultura

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lunedì 18 giugno 2012

Tracce del tempo Strozzina ottobre 2012


Tracce del tempo

Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea

 

Centro di Cultura Contemporanea Strozzina

Palazzo Strozzi – Firenze

5 ottobre 2012-27 gennaio 2013

 

Artisti: Francis Bacon, Nathalie Djurberg, Adrian Ghenie, Arcangelo Sassolino,

Chiharu Shiota, Annegret Soltau

 

 

Tracce del tempo. Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea (5 ottobre 2012-27 gennaio 2013), a cura di Franziska Nori (direttore CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze) e Barbara Dawson (direttore Dublin City Gallery The Hugh Lane, Dublino), propone il lavoro di artisti contemporanei che danno forma a stati d'animo e interrogativi che l'uomo si pone nel rapporto con la propria interiorità, il proprio corpo e il mondo esterno, in particolare oggi di fronte alla crisi di valori che sta investendo la società contemporanea. La mostra trova il suo punto di partenza in un nucleo di dipinti del grande maestro Francis Bacon, la cui opera entra in dialogo con il lavoro di cinque artisti internazionali contemporanei (Nathalie Djurberg, Adrian Ghenie, Arcangelo Sassolino, Chiharu Shiota, Annegret Soltau) che condividono l'interesse di Bacon nella riflessione sulla condizione esistenziale dell'uomo e la rappresentazione della figura umana.

 

Insieme a grandi opere provenienti da collezioni internazionali, la mostra ospita, per la prima volta in Italia, anche quattro opere non finite di Bacon, da lui stesso conservate nel suo studio per lunghi anni e dal 2005 esposte alla DCG The Hugh Lane. Tra queste spicca quella che viene considerata l'ultima opera dell'artista, ritrovata su un cavalletto nel suo studio di Reece Mews a Londra, mentre egli moriva a Madrid nel 1992. Queste tele testimoniano un processo di lavoro tipico dell'artista: mettere da parte e conservare un dipinto parzialmente compiuto per essere poi manipolato e completato in un secondo momento. Bacon lavora con il tempo sulle immagini e sul processo di decadimento dei materiali dei supporti, facendo stratificare le tracce del passaggio del tempo. Queste tracce divengono "cicatrici" che acquistano un'importanza fondamentale per aiutarci a comprendere il processo creativo che sta alla base del suo lavoro. Le singole figure umane, incapaci di trovare una definizione completa nello spazio del quadro, divengono efficaci sintesi visive che condensano e riflettono le tracce di memoria della tormentata vita dell'artista.

 

I dipinti di Bacon in mostra - selezionati da Barbara Dawson - sono messi in relazione con una selezione di materiali provenienti dall'archivio dell'artista: ritratti fotografici, riproduzioni di grandi capolavori del passato, still da film, immagini tratte da libri e riviste. Questo materiale, utilizzato da Bacon come strumento di lavoro per la creazione delle sue opere, è presentato in mostra grazie alla collaborazione del CCC Strozzina con la Dublin City Gallery The Hugh Lane, che dal 1998 possiede la ricostruzione autentica e perfettamente conservata dell'ultimo studio londinese dell'artista.

 

La commistione tra figurazione e astrazione, i corpi trasfigurati, il riferimento a elementi autobiografici, l'utilizzo di diverse fonti iconografiche, la tensione e l'isolamento come metafore della vita dell'uomo si ritrovano come parti fondamentali nel lavoro dei cinque artisti contemporanei posti in dialogo con Bacon da Franziska Nori per una riflessione di carattere esistenziale sul vivere contemporaneo.

 

Presentato in mostra con una selezione delle sue opere più recenti e nuove produzioni, Adrian Ghenie (Romania, 1977) crea dipinti in cui unisce insieme immagini personali o emblematiche della storia recente, attingendo da fonti diverse come cataloghi o libri di storia, still da film o immagini trovate su internet. Ghenie investiga il tema della rappresentazione della figura umana, che viene quasi aggredita in particolare sul volto, simbolo dell'individualità della persona, tramite un tratto pittorico che corrompe, distrugge e rende quasi irriconoscibile il soggetto. Un forte senso di realismo convive con sgocciolature, colate di pittura e suggestive campiture cromatiche in una fusione tra figurazione e astrazione. Ghenie ha esposto le sue opere in sedi prestigiose come la Tate di Liverpool, Palazzo Grassi a Venezia e lo Stedejilk Museum SMAK di Ghent, il Denver Museum of Contemporary Art. Adrian Ghenie è rappresentato dalla Pace Gallery, New York / London.

 

Nelle sue installazioni Chiharu Shiota (Giappone, 1972) sembra tradurre stati emotivi e riflessioni esistenziali in una dimensione tridimensionale, affrontando temi come memoria e sogno, elementi autobiografici e tracce di un passato che assumono una forma fisica evocativa collettiva. L'installazione site specific pensata per gli

spazi del CCC Strozzina sarà costruita tramite il tipico utilizzo di una rete inestricabile di fili neri che, interagendo con oggetti di uso comune, conferirà una nuova densità allo spazio in cui il tempo sembrerà come fermarsi e coagularsi, dando vita a un luogo in cui far emergere connessioni nascoste, dimenticate o immaginate. Shiota si è formata con Marina Abramovic e ha esposto le sue opere in istituzioni come il Museo Nazionale d'Arte di Osaka, il Centro d'Arte Contemporanea di Varsavia e la Sucrière di Lione. Chiharu Shiota è rappresentata da Haunch of Venison, London / New York / Berlin e Galerie Daniel Templon, Paris.

 

Nathalie Djurberg (Svezia, 1978) lavora con l'argilla e la plastilina creando ambienti e personaggi simbolici e conturbanti che popolano le sue installazioni e le sue videoanimazioni. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Prada, il CCC Strozzina presenta tre installazioni particolarmente rappresentative del suo approccio, in cui contenuti spesso crudi e violenti si esprimono attraverso immagini grottesche e a tratti fiabesche, secondo uno stile solo apparentemente giocoso e naif. I corpi delle sue figure si pongono come materia in transizione, sottoposta a processi di decomposizione e deformazione enfatizzati dall'utilizzo di un materiale malleabile e duttile come la plastilina. La Djurberg solleva dubbi e interrogativi esistenziali che oscillano tra vita e morte, paura e desiderio, muovendosi tra tabu disturbanti o aspetti complessi della condizione umana come la vulnerabilità, la solitudine, la sessualità, la morte. Tra le istituzioni internazionali che hanno ospitato mostre della Djurberg ricordiamo la Biennale di Venezia, la Tate Britain di Londra e il PS1/MoMA di New York. Nathalie Djurberg è rappresentata da Galleria Giò Marconi, Milano.


Arcangelo Sassolino (Italia, 1967) crea installazioni in cui sistemi meccanici esplorano gli effetti dell'energia sulla materia o rendono visibili gli effetti prodotti da forze estreme. Le sue opere ci mostrano il divenire e la caducità delle cose nella propria essenzialità, rifiutando volutamente ogni esplicito ricorso alla metafora. Sassolino non nasconde ma rende visibili le singole componenti delle sue opere, in cui i processi hanno luogo costantemente, sebbene siano percepibili solo quando la materia reca tracce concrete dei loro effetti. Esse costituiscono un moderno memento mori, la visualizzazione dell'impossibilità umana di andare oltre l'attesa di un accadimento, o viceversa, la sua fine. Le opere di Sassolino sono state esposte in musei e gallerie internazionali come il Palais de Tokyo di Parigi, il Macro di Roma e il CCC Strozzina di Firenze. Arcangelo Sassolino è rappresentato da Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin.

 

Annegret Soltau (Germania, 1946) lavora sui temi del corpo e dell'identità tramite perfomance, video e fotografia. All'interno della mostra, il suo lavoro sarà testimoniato da una selezione di opere di alcune sue storiche serie degli anni Settanta e di lavori più recenti, permettendo così di cogliere la sua sperimentazione con il mezzo fotografico tramite i cosiddetti photo sewings, "ritratti fotografici cuciti", in cui il volto dell'artista o diversi frammenti di facce sono percorsi da sottili fili neri. Le ferite, le costrizioni e la frammentazione dei suoi volti e dei suoi corpi diventano strumento di riflessione sulla rappresentazione e l'espressione della condizione esistenziale umana. Le opere della Soltau sono state presentate in musei e gallerie internazionali, tra cui il Museum Mathildenhöhe di Darmstadt e il MOCA di Los Angeles.

 

Tracce del tempo è organizzata dal Centro di Cultura Contemporanea Strozzina in collaborazione con la Dublin City Gallery The Hugh Lane (Dublino). Il catalogo della mostra (italiano/inglese) è pubblicato da Hatje Cantz.

 

La mostra si tiene in contemporanea all'altra esposizione in corso a Palazzo Strozzi: Anni Trenta. Le arti in Italia oltre il fascismo  (22 settembre 2012-23 gennaio 2013), che offrirà uno sguardo sulla grande sperimentazione creativa che caratterizzò l'Italia degli Anni Trenta e che vide schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal Classicismo al Futurismo, dall'Espressionismo all'Astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto.

 

Con il supporto di: Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi; Regione Toscana; Unicoop Firenze, Ataf.

 
 

Coordinate della mostra

Sede: Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Fondazione Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi, 50123 Firenze

 

Orari: martedì-domenica, 10.00-20.00; giovedì 10.00-23.00; lunedì chiuso

 

Ingresso: (biglietto valido un mese) € 5,00 intero; € 4,00 ridotti (universitari e altre riduzioni); € 3,00 scuole; ingresso gratuito

giovedì 18.00-23.00; € 10,00 speciale biglietto congiunto con la mostra Americani a Firenze

 

Informazioni: T. 055 2645155 / www.strozzina.org

 


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