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Arte e Cultura

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mercoledì 26 maggio 2010

MARIA CILENA CONTEMPORARY ART: Cristina Pavesi, PERCORSI TEMPORALI

mostra personale di Cristina Pavesi

PERCORSI TEMPORALI                         

Inaugurazione:  23 giugno dalle ore 18,30 alle 21

Durata: 23 giugno – 20  luglio 

                                                                                                         

                                                                   

Mercoledì  23 giugno  presso la galleria Maria Cilena si inaugura la mostra di Cristina Pavesi.

PERCORSI TEMPORALI . Insieme a un video presenta un lavoro inedito che è il condensato di tutti i percorsi e gli attraversamenti del suo vivere nel fare arte.   

I lavori in mostra sono mandala che si sviluppano da un centro e il cui diametro accresce nel tempo.

Cristina Pavesi, ci racconta "Piego ogni pagina senza ansia di controllo, come per convincermi, piega dopo piega, che col mio fare costruisco il mio essere e non lo disperdo, ma lo concentro all'interno di una spirale che rappresenta il tempo, il mio tempo. Spendendolo in una "futile" attività creo la rappresentazione concreta del mio tempo trascorso.

Sono sempre stata ossessionata dal tempo che scorre, per questo la tecnica del video mi ha subito affascinata in quanto qui l'elemento dello scorrimento temporale è evidente e può essere anzi accentuato maggiormente. 

Allo stesso tempo pensavo alla possibilità di opere capaci di racchiudere il senso del tempo che scorre, che andassero oltre l'artificio del video.

Pensavo all'immagine che mi ero fatta di quel bambino autistico descritto da Bettelheim nel suo libro "La fortezza vuota": disegnava e strappava in modo circolare e continuo, dai bordi al centro, la carta del suo foglio, in un'unica striscia. Poteva questa astrusa attività dare un senso al suo operare, alla sua vita?

Pensavo al concetto della trasformazione di Jung, trasformazione della propria personalità, intesa come ampliamento ed espansione della stessa, dovuta all'accettazione del cambiamento e delle esperienze che hanno arricchito il passato.

Così  ho voluto concentrarmi sulle carte raccolte nella mia vita: disegni, dipinti, appunti, riviste, giornali d'arte, così sempre avidamente letti.

Ho ridotto queste carte in linee di poco spessore, ogni foglio strappato, ripiegato, attaccando poi una striscia all'altra resa quindi come unica striscia temporale arrotolandola su se stessa a spirale. Operazione infinita: tagliare, strappare, unire, incollare, arrotolare ossessivamente, come per trovare, nel tempo, un senso attraverso il mio operato ossessivo.

e nel continuare  si racconta.

I mandala che partono da un centro e si sviluppano verso l'esterno ne sono il risultato visivo. Condensati di tempo trascorso, di immagini e parole che mi appartengono ormai. Così i mandala diventano una necessità di sopravvivenza, una risposta al cercare un ordine alle cose, ai pensieri; l'operare in questo modo diventa un atto meditativo che trova forma.

Il tempo trascorso ha costruito la mia vita, mi ha regalato una mia identità, l'intervallo di tempo trascorso è stato importante così come lo è, ora, riorganizzare l'esperienza del passato in un altra, dandole una nuova vita dentro ad una forma reale piegando, incollando, arrotolando... 
 

Galleria MARIA CILENA

Studio per l'arte contemporanea

VIA C. FARINI   6    MILANO  20154

TEL. 02 29013026   FAX.  02 62027292

www.mariacilena.it - info@mariacilena.it  

aperta da martedì a venerdì - ore 15,30-19,30 
 

per saperne di più 

I lavori in mostra sono mandala che si sviluppano da un centro e il cui diametro accresce nel tempo.

Piego ogni pagina senza ansia di controllo, come per convincermi, piega dopo piega, che col mio fare costruisco il mio essere e non lo disperdo, ma lo concentro all'interno di una spirale che rappresenta il tempo, il mio tempo. Spendendolo in una "futile" attività creo la rappresentazione concreta del mio tempo trascorso.  

Ma che cos'è un mandala?

"Mandala è una parola sanscrita che significa "cerchio" o "circolo". Il cerchio è un simbolo universale rappresentante il Sole o la Luna e la Ruota, intesa come simbolo del Tempo ciclico. Il cerchio fu ritenuto un potente campo di energia psicofisica, una sorta di area sacra.

Il mandala diventa uno specchio che riflette, amplificandola, l'immagine psichica del meditante, diventando così l'oggetto specifico della meditazione. Lo scopo è quello di giungere all'autocontrollo della sfera mentale e psichica. L'adepto inizia con la fase del "raccoglimento" che consiste nel controllo della mente per rallentare il turbinio dei flussi mentali, sensazioni e associazioni mnemoniche, parole, immagini che costituiscono lo stato ordinario della mente ed impediscono una condizione mentale di lucidità e centralizzazione.

I mandala servono da sostegno iconografico alla meditazione e come forma di "difesa" dalle distrazioni e tentazioni mentali. Concentrazione vuol dire fissare senza oscillazioni un singolo punto in modo da rendere la mente immobile. Lo stato ideale è lo "svuotamento" della mente, tanto vuota da non essere cosciente di esserlo. La struttura formale del mandala favorisce il processo di vuoto, poiché il suo tracciato conduce l'attenzione verso il punto centrale. Disegnare un mandala quando se ne ha la necessità significa dare a se stessi l'opportunità di "fare il punto", di verificare la propria posizione, nella metafora della vita come navigazione per definire l'orientamento in modo da procedere nella giusta direzione tenendo la rotta, nel mare sconfinato della mente e dell'anima umana."

Antonio Monroy, Mandala, in cerca del proprio centro. 
 

ART SHOW MANDALA

E' dell'ottobre del 1991 la prima guida delle mostre da me posseduta, poche pagine scritte in grande e blu con le cartine verdi, segni a penna evidenziano mostre viste o da vedere, programmazioni di pomeriggi passati ad andare da una mostra all'altra per una formazione autogestita basata su curiosità ed interessi.

Leggo di gallerie sparite, altre sempre presenti uguali a se stesse.

Questi artshow rappresentano per me dei piani di conquista del mondo dell'arte, da allora ad oggi, mese dopo mese, in modo costante.

Una intera raccolta di opuscoli lunga diciassette anni, quasi centonovanta numeri ai quali ho sfilato le pagine, piegandole, incollandole, alla ricerca di un ordine temporale. 
 
 
 

EXIBART MANDALA

Un mandala fatto nel tempo racchiude notizie che ho letto, sfogliato, introiettato. Rivedo, piego, inglobo, arrotolo; ogni notizia letta come un mantra trova ora una sua collocazione, entra a far parte di un'opera che supera la precarietà della carta stampata.

Il concetto di riciclo è ampio, non si tratta solo di materiale, la carta di giornale ad esempio, ma sono le cose scritte e quelle pensate nella lettura che si riciclano nell'esercizio manuale e trovano così una nuova dimensione.

Il processo diventa una necessità di sopravvivenza, una risposta al cercare un ordine alle cose, ai pensieri, diventa un atto meditativo che trova forma e sede in un lavoro necessario per chi lo fa e per chi sa provare empatia con esso. 

RIVISTE MANDALA

C'è stato un tempo nel quale pensavo che leggere ogni singolo articolo, ogni singola recensione, ogni singola opinione su mostre ed artisti mi sarebbe stato utile e necessario, come in una sorta di fede in una lettura quale fonte di ispirazione. Ora mi rendo conto che non è stato importante ciò che ho letto, ma il tempo trascorso a farlo, proprio quello e non altro, quel tempo che ha costruito la mia vita in quella direzione e non in un altra mi ha dato una mia identità. L'intervallo di tempo così trascorso è stato importante così come lo è per me, ora, riorganizzare quell'esperienza in un altra, dandole una nuova forma reale piegando, incollando, arrotolando...

I

MANDALA DI INCISIONI

Nel 1989, finita l'Accademia, mi sono iscritta ad una scuola di incisione per tre anni; tutti i pomeriggi andavo lì, nella sede del mio ex liceo artistico ad imparare a stampare. Calcografia, xilografia, litografia, così per tre anni tutti i giorni, poi ho preso il torchio e ho continuato a stampare in studio. Nel 1996 è nata l'Elisa, la tenevo nel marsupio e continuavo a stampare. Mi chiedo se non fosse un'ossessione, alla ricerca di un segno grafico che parlasse da solo, sciolto da ogni riferimento iconografico.

Ora di quelle stampe ho scelto di tenere solo una copia mentre sacrifico le altre per fare dei mandala preziosi, così come possono esserlo delle raffinate stampe calcografiche.

Questi mandala hanno rappresentato un lungo periodo della mia vita che si è concluso smettendo improvvisamente di stampare per seguire altri interessi: la foto digitale, il video, il computer. 

MANDALA DI ACRILICI SU CARTA

Anni in studio a sperimentare un "segno vegetale" con una tecnica inventata che consisteva in speciali impronte di fili di paglia e d'erba, prima astratti, poi alla ricerca di segni verbali. Ora riapro i cassetti e scelgo fogli da strappare, ordinatamente, per creare opere di trasformazione. Un po' alla volta il diametro aumenta, il centro è solo carta avvolta su se stessa come i rotolini fatti da bambina con le stelle filanti. 

MANDALA DI APPUNTI

Fogli di blocchi e di quaderni scritti a mano con riassunti di libri letti, appunti, note. La tensione a cogliere verità universali attraverso la scrittura è resa ancora più pregnante dall'avvolgimento dei fogli chiusi su se stessi, perciò la verità rimane nascosta. 
 
 
 

AGENDINE MANDALA

Da anni scrivo appuntamenti ed impegni su piccole agendine che ora ho sfogliato, arrotolato ed incollato come a voler esprimere un tempo ormai non più consultabile. 
 
 
 
 
 

IL GIARDINO DI POLITI

Nei lunghi anni di abbonamento a Flash Art ho ricevuto anche quella che Politi chiama la "bibbia dell'arte". L'aspirazione a contenere tutti nomi del sistema arte a livello mondiale è un' utopia resa possibile da una piccola pubblicazione annuale che sfrutta l'ego dell'artista, del critico, del gallerista che vuole "esserci". Anch'io sono stata intrappolata nella rete dal mio ego ed ora questo lavoro ne è la presa di coscienza, lenta e paziente, che con lo strappo e l'arrotolamento, pagina per pagina, crea dei rotoli fatti delle illusioni di cui mi sono nutrita. 

MANDALA D'ORIENTAMENTO

Avevo tenuto cartine di città visitate o visitabili nel futuro, insieme a depliant turistici e d'alberghi, le ho volute arrotolare insieme per trovare un unico centro a queste rappresentazioni di spazi che un tempo hanno contenuto me stessa o avrebbero potuto contenermi, almeno nelle speranze ed aspettative, come nel caso della cartina di New York. 

ARTE MANDALA

Sono stata abbonata alla rivista Arte per quattro anni proprio quando stavo finendo l'Accademia e decidevo di "fare l'artista", sentivo il dovere di informarmi su ciò che si stava facendo. Solo oggi dopo vent'anni ho risfogliato le riviste per farne un mandala  e mi sono resa conto che l'unico valore espresso era rivolto al mercato ed alla pubblicità.

Ne è risultato il mandala più grande e certamente il più pesante. 

BIENNALE MANDALA

Quest'anno ho voluto fare un piccolo mandala con le cartine della Biennale, i comunicati, gli articoli di giornali e riviste. 

PALLE DI POLVERE, PALLE DI CENERE

Al di là dell'uso della carta per qualche anno ho voluto riciclare anche la polvere raccolta nella mia casa e la cenere raccolta nel mio camino quasi per un'esigenza di non voler buttare nulla di me, delle mie esperienze, salvando anche ciò che normalmente viene considerato un rifiuto. 

PICCOLE SCULTURE

Alcune piccole sculture, varie decine fatte nel corso di un paio d'anni, mi hanno permesso di plasmare la creta come fosse un materiale malleabile facente parte di me, ricostruendomi così con forme antropomorfe pezzo per pezzo. 

RITRATTO DI FAMIGLIA

Un'opera questa durata per cinque anni, tempo utile e necessario per tenere ed arrotolare su se stessi tutti gli scontrini e le ricevute di pagamenti familiari in modo da riempirne uno scatolone di latta. 
 



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