GIOVEDI' 10 GIUGNO
ore 20
KEBAB
ultimo taglio di CARLO STEINER
chiusura della mostra KEBAB
con azione dell'artista
Scriveva lo scrittore e storico Cesare Cantù, quasi due secoli fa: «Peste della patria è il giornalismo che accetta le notizie senza vagliarle, quando pur non le inventa».
Cose di oggi, si direbbe, tra confusione pasticciona, invenzioni subdole, allusioni talvolta infami, accuse e contraccuse, dove peraltro la notizia viene triturata, macinata, travisata, rielaborata, addirittura spesso inventata. L'idea che viene subito alla mente è dunque quello di una grande affettatrice, che spoglia la verità tagliandola a fette, offrendone assaggi sottili maldestramente modellati da una lama taglientissima, o meglio trinciati grossolanamente da una sega. Così, in mezzo a tutto questo amputare, trinciare, fendere e mozzare, prendono forma aborti sensazionali, dove magari un messaggio spensierato diventa probabile indizio di calunnie pressoché odiose o noiose informazioni di borsa probabili indizi di catastrofi nazionali o mondiali, a seconda, così, spesso per fare colpo. Allora l'artista contemporaneo, che vuole provocare e al tempo stesso denunciare, che fa? Cerca, nell'affastellato mondo delle cose, un oggetto, una situazione, un modello che in qualche modo richiami questa realtà molto disordinata e anche un po' tetra, e la propone mettendosi all'azione, animandola con la propria personale presenza, e facendo anche gli atti dovuti, accusando senza turbamenti eccessivi. E comincia così col tagliare, segare, modellare e rielaborare, come si fa con il kebab, dove le fette cadono informali e si mangiano come vengono, tra due pezzi di pane, senza badare alla forma, assaggiando la sostanza, mista di carni varie: insipide, salate, piccanti, agrodolci, aromatiche o anche rancide. Ecco, appunto l'azione che Carlo Steiner, ha compiuto a Bologna, si intitola proprio Kebab, solo che invece di carni sono stati affastellati mazzette di giornali, incollate e compatte, e invece di una lama sottile è stata usata una sega da boscaiolo. Operatore, lo stesso Steiner, che ha tagliato la carta pressata, cercando di darle forme lì per lì ideate, irregolari certo, raramente gradevoli , e più volentieri ricreate, oggetto ironico di manipolazioni, a volte ciniche, del pensiero. L'idea, provocatoria e accusatrice, la spiega egli stesso: «L'esperienza personale all'interno delle redazioni mi spinge, tra il preoccupato e il divertito, a considerare infinite varianti e mediazioni che portano un fatto a diventare notizia, con tutto l'alone, anzi l'aura di credibilità che la circonda». Sono microviolenze linguistiche, presentate secondo un metalinguaggio che assume un valore semiologico assoluto: dal segno, il messaggio. Anche un tempo l'artista nascondeva provocazioni o segnali dietro simboli spesso arcani, a volte indecifrabili: cabale, figurazioni allegoriche, enigmi, comparazioni sottili, imbarazzanti metafore. E tutti oggi a dire: Che bello! poi non capiscono nulla, ma non bisogna farlo sapere. Qui, nell'azione e nelle composizioni esposte di Carlo Steiner (Bologna, Vicolo de' Facchini 2/a, fino al 10 giugno), si capisce tutto subito. Si lavora sul linguaggio e sulla notizia: l'uno e l'altra fuse in una forma d'arte che è anche azione, una performance che però si può leggere anche quando non si agisce direttamente sull'oggetto. Ci si può immaginare, e via via seguire con il pensiero le varie tappe della proposta provocatoria: notizia, elaborazione giornalistica (corretta se c'è deontologia, etica, onestà professionale, o sconveniente se deformata da fini oscuri, talvolta nefandi), maxischermo di immagini che si accalcano nella mente e negli occhi di chi legge, confuse, spesso contraddittorie: in conclusione, la conoscenza del nulla. Il Pascoli già parlava di «ombra del vero». L'artista, oggi, spesso evita di usare i linguaggi consueti, ormai logori e scarsamente prensili, poiché nel grande frullato dell'omologazione, tutto si livella e si dissolve. Carlo Steiner, dopo altre ricerche metalinguistiche più lievi, anche con tentativi allettanti di approdo poetico, usa ora un più concitato modulo espressivo per denunciare un sistema e per difendere, con la disarmata forza della creatività e della visione, la notizia vera, che è poi come dire la verità, contro la distorsione dei messaggi che colpiscono, in modo subdolo o violento, la vita quotidiana di ciascuno di noi.
Gian Luigi Zucchini
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VENERDI' 11 GIUGNO
ore 20
vernice
ACQUA STORTA
di VALERIO BINDI e MP5
Libro a fumetti tratto dal romanzo di L.R.Carrino MERIDIANOZERO
Mostra delle tavole originali
+ proiezione video del booktrailer
ore 21
FRANCESCO SERRA
(Trees of Mint)
+ SQUARIAL
dj set
A SEGUIRE
ore 22.30
c/o MODO INFOSHOP, via Mascarella 24/b
presentazione della graphic novel ACQUA STORTA in presenza dell'artista MP5, Sara Colaone e Sara Pavan
Napoli.
Un fine settimana qualsiasi di un presente continuo che non sta da nessuna parte.
Dalla pineta del Villaggio Coppola fino agli scogli di Mergellina, tra fumi di spazzatura e topi, Giovanni attraversa una vita da camorrista senza farsi troppe domande. Un matrimonio combinato, un padre boss, un'esistenza allineata al Sistema, finchè un giorno Giovanni incontra Salvatore.
E in Salvatore si perde.
È un'attrazione consumata di nascosto, una volta al mese sugli scogli. Ma questo amore indebolisce il legame che fa forte la famiglia, non è tra le tante avventure che il figlio di un boss può permettersi. Giovanni i discorsi troppo complicati non li capisce, sa solo che le cose vanno messe a posto in qualche modo. Una questione di equilibrio.
Bianco e nero feroce e dialoghi serrati per il romanzo a fumetti della coppia di lavoro Bindi/MP5 (premio Lucca Comics 2009). Tratto dal libro rivelazione di L.R. Carrino, Acqua Storta è un noir che trova in Napoli il punto di partenza per attraversare uno scenario umano molto più ampio.
MP5 divide la sua attività tra il fumetto, l'illustrazione, l'animazione, la scenografia e il video. I suoi lavori hanno guadagnato riconoscimenti nel campo del fumetto (premio Andrea Pazienza, premio Bilbolbul, premio Iceberg per il fumetto), dell'arte (premio Guercino, premio Artists in Context) e del cinema d'animazione (premio Iceberg per il cinema, menzione speciale Festival Visioni Italiane). Diversi suoi progetti, come Zoot2 e In Medicine We Trust, sono stati supportati dalla Comunità Europea. Collabora con Liberazione e i suoi lavori recenti sono sui blog www.mpcinque.splinder.com e www.flickr.com/photos/mp5, e sul suo sito www.mpcinque.com.
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SABATO 12 GIUGNO
ore 20
proiezioni video
di FRANCISCA RIVAS
video 1: La caduta
video 2: b
I video rappresentano ogni genere di crollo che può verificarsi nella vita di un individuo: le sue frustrazioni, i suoi timori, le sue recriminazioni.
"La caduta" è concretamente la capitolazione di una donna tormentata, che decide di mettere fine alla sua vita con un'ultima, consapevole e definitiva caduta.
"b" é una ricerca sulla caduta umana, fisica e psichica.
Attraverso il montaggio si racconta il drammatico scontro di una coppia nella citta di Berlino.
ore 22
DJ set
MIGHTY MAU
indielectro
Mighty Mau è presente sulla scena gaylesbica da quasi 15 anni. Dalle prime serate indie al Cassero di Porta Saragozza al World Pride 2000; dagli aperitivi settimanali in città al Ladyfest di Berlino; dalle serate di Sexyshock e Comunicattive all'attuale conduzione di Mighty FM su Radio Kairos.
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DOMENICA 13 GIUGNO
ore 18
VOODOO SOUND CLUB LIVE
GUGLIELMO PAGNOZZI - Alto Sax, Farfisa, Vox
LAZZARO PICCOLO - Electric Guitar
ALEX TREBO - Fender Rhodes, Clavinet
SALVATORE LAURIOLA - Bass
DANILO MINEO - Percussion
SIRE - Percussion
GAETANO ALFONSI - Drums
-- laboratorio fragilecontinuo vicolo dé facchini 2/a 40126 bologna t: 327 9927746 fragilecontinuo@gmail.com fragilecontinuo.blogspot.com Ingresso riservato ai soci fenalc Tesseramento 1€
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