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Arte e Cultura

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giovedì 7 ottobre 2010

Matteo Massagrande Diario di un cercatore di bellezza

Matteo Massagrande

Diario di un cercatore di bellezza 
 

Domenica 10 ottobre 2010 ore 17.00

San Martino dall'Argine (Mn), Chiesa di Santa Maria Annunciata

Presentazione critica a cura di Paola Artoni 
 
 

La poetica bellezza della pittura di Matteo Massagrande (Padova, 1959) illumina gli spazi della chiesa di Santa Maria Annunciata a San Martino dall'Argine (Mn). Una mostra che presenta un ciclo di dipinti preziosi realizzati dall'artista, raffinato conoscitore delle tecniche antiche e moderno cantore della bellezza.

Come scrive Paola Artoni nel catalogo che accompagna la mostra: "(…) Per chi, come lui, è seguace devoto della sua autentica vocazione di artista è impossibile non rispondere al richiamo profondo della natura e della pittura. Una pittura stratificata, soffusa, diffusa e increspata, sapiente di disegno, di colore, di cultura, forte di un genius loci che lo arricchisce senza schiacciarlo nel confronto con il passato. È un fascino senza tempo quello che emerge dai suoi dipinti, una malìa che è indifferente alle mode e che, proprio per questo, è sempre attuale ed emozionante. Nel bosco il mistero è nell'intreccio di un ramo, è nell'andamento dello sguardo che cerca di pacificarsi e riconciliarsi con la natura, con la sua sofferenza e con le sue quotidiane rinascite. Lo sguardo dell'artista è un'azione di presa di coscienza, è il comprendere di essere una parte dell'universo, una scintilla del Divino, un pur flebile riflesso della Vita che pulsa in ogni angolo della Creazione. Talvolta compare la figura umana, a interrogare come una cartolina dal passato sul senso delle proprie radici, altre volte tale figura, anche se non presente, è evocata, in una necessaria riscoperta della sostanza dell'essere. E se non sono i volti a parlare, le metafore delle vite sono le città cariche di vapori e gli interni domestici, case deserte ma con le porte e le finestre socchiuse, con i muri che hanno registrato le impronte di vite passate, silenziose testimoni di abbandoni, saluti, ritorni. Il fluidificarsi del tempo è un'atmosfera rarefatta, sommessa, vagamente inquieta, è il mondo in una stanza che sembra risuonare delle voci di chi l'ha abitata. La luce filtra dalle finestre e si distende sui pavimenti ed è chiaro che il suo senso non è mera connotazione estetica ma sostanzialmente poetica. Quello che a noi resta è la fiducia e capita allora che il dialogo con l'opera diventi veramente profondo: ci lasciamo piano piano condurre dall'artista, accettiamo di placare ansie assaporando l'intima essenza delle cose. Sfogliando le pagine di un breviario minimo, comprendiamo che per Massagrande la natura morta adagiata su un tavolo da cucina è, in realtà, una natura "viva" e che la bellezza delle cose ama nascondersi o meglio, come affermava Eraclito, "l'intima natura delle cose ama nascondersi". E ci si commuove pensando che questa bellezza sta racchiusa nella rotondità di una mela dalla buccia rossa e che, in fondo, in un semplice vaso di fiori c'è bellezza, vanitas, anelito all'eternità. Massagrande è un saggio, innamorato della terra d'Ungheria e contagiato in questo amore dalla sua compagna di vita, un pellegrino nel mondo che sa che ogni partenza è una discesa nell'abisso di sé stessi, nell'oscurità delle grotte dove si nascondono i mostri dell'anima, laddove si consuma la lotta estenuante con le paure che tolgono il respiro con i loro denti aguzzi e voraci. E ogni viaggio è lo scontro con il limite dell'angoscia, l'abbandono delle proprie certezze per diventare altro. Eppure nessuna traccia della metamorfosi sofferta della crisalide si coglie nelle ali leggere e trasparenti nel sole della nuova farfalla… Solo chi possiede questa coscienza ha la possibilità di volare alto come un'aquila, sentirsi una parte di questo pianeta e, al tempo stesso, distaccato dal mondo e rivolto verso l'eternità, commosso e appagato davanti alla goccia di rugiada scintillante sulla spiga di grano". 

 

Matteo Massagrande vive tra Padova e Hajòs (Ungheria), ha esordito nel 1973 partecipando a mostra collettive e a concorsi, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Internazionale Città di Pordenone 1980, il Premio Rizzoli per la grafica 1982, il Premio Burano di pittura 1986; il Premio Under 35 alla Terza Biennale d'Arte Sacra di Venezia 1987 (primo premio). Tra le mostre personali in sede pubbliche si ricordano nel 1992 quella presso la Fondazione Ghirardi a Villa Contarini, Piazzola sul Brenta con catalogo a cura di Giorgio Segato; nel 1995 a Palazzo Crepadona di Belluno Opere 1974-1994 con catalogo a cura di Paolo Rizzi, e nel 1996 a Palazzo Sarcinelli, Conegliano, Opere 1986-1996 , con catalogo a cura di Marco Goldin edito da Electa. Nel 1995 il Museo Civico di Padova dedica una mostra antologica presso l'oratorio di San Rocco, Incisioni 1974-1994, con catalogo a cura di Giorgio Segato. Nel 1997 a Casa dei Carraresi, Treviso, Opere su carta, con catalogo a cura di Marco Goldin edito da Marsilio. Nel 1997 Civiche Gallerie di Arte Moderna e Contemporanea, Ferrara, catalogo a cura di Franceso Loperfido edito da Corbo Editore. Nel 1998 con catalogo edito da Electa con testi di Enzo Siciliano, a cura di Marco Goldin, Incisioni 1974-1998 Casa dei Carraresi, Treviso. Nel 1999 Museo delle Mura di Borgotaro. Parallela a quella pittorica si è sviluppata l'attività grafica iniziata già nel 1974, sottolineata dalla presenza in numerose collettive di prestigio: nel 1984 Collezione grafica della Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; nel 1998 Incisori trevigiani del Novecento a Palazzo Sarcinelli, Conegliano; nel 1992 Gabinetto delle Stampe dell'Accademia di Scienze e d'Arte di Zagabria, nel 1993 Prima Biennale dell'incisione Romeo Musa e Repertorio degli incisori italiani al Gabinetto delle Stampe Antiche e moderne, Bagnacavallo, Ravenna. Nel 1989 ha illustrato il libro Passato prossimo, edito dal Rotary Club International. Nel 1991 ha illustrato la raccolta Ne Tisini con poesie di Giorgio Segato, edito da Biscupic, Zagabria. Nel 1993 illustra il racconto Cercando Sisol, di Ermanno Olmi. Nel 1998 illustra il racconto di Fulvio Tomizza Le stelle di Natale. Recentemente alcune sue incisioni sono entrate a far parte del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze. Ha all'attivo oltre cento personali in Italia e all'estero. Le sue opere si trovano in numerosi musei, chiese, collezioni pubbliche e private. 

Matteo Massagrande

Diario di un cercatore di bellezza

Inaugurazione domenica 10 ottobre 2010 ore 17.00

San Martino dall'Argine (Mn), Chiesa di Santa Maria Annunciata

Presentazione critica a cura di Paola Artoni. Catalogo in mostra

Apertura sino al 7 Novembre 2010 il giovedì e il sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.30; domenica e festivi dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30

Organizzazione: Galleria d'arte moderna STUDIO 10, via Garibaldi, 1 San Martino dall'Argine (Mn)

Info: tel: 0376-919360, cel: 339-2069027, galleriastudio10@tele2.it

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