Ne è nato "Michelangelo sconosciuto. Gli affreschi nella Cappella Paolina",
produzione Land Comunicazioni/MetaMorfosi, con il commento in video di Antonio Paolucci e la regia di Nino Criscenti, che Rai5 trasmetterà per la prima volta mercoledì 4 marzo 2015.
È la cappella privata del Papa, nei palazzi Vaticani, a pochi passi dalla Sistina. Uno spazio escluso dal percorso che ogni giorno accompagna migliaia di visitatori fra i tesori dei Musei Vaticani. La Cappella Paolina infatti non è aperta ai visitatori, se non in rarissime ed eccezionali occasioni. È un luogo di culto privato, riservato al Pontefice, ai suoi ospiti, alla sua corte.
Per la prima volta una telecamera ha filmato i suoi 25 metri di lunghezza per un'altezza di otto: un tripudio di stucchi, affreschi e ori voluto da Paolo III che ne affidò il progetto, tra il 1537 e il 1540, ad Antonio da Sangallo il Giovane. Per la prima volta, una telecamera ha potuto indugiare fra quegli spazi esclusi alla vista di tutti se non di pochissimi. E soprattutto ha potuto indugiare sugli sguardi di San Paolo e di San Pietro, protagonisti degli ultimi due straordinari affreschi che Michelangelo Buonarroti realizzò, tra il 1542 e il 1550, ormai ultrasessantenne; gli ultimi capolavori del maestro toscano prima della morte.
Da queste riprese è nato "Michelangelo sconosciuto. Gli affreschi nella Cappella Paolina", una produzione Land Comunicazioni e MetaMorfosi, con la regia di Nino Criscenti e il commento in video di Antonio Paolucci, che Rai5 trasmetterà per la prima volta mercoledì 4 marzo 2015, alle ore 21,15.
Dopo "La Cappella Sistina in 3D", realizzata in collaborazione con Sky Arte in occasione del cinquecentenario della volta della Sistina e dopo il docu-film "Michelangelo. Il cuore e la pietra", in coproduzione con Sky Arte, Metamorfosi realizza quindi un nuovo progetto video di approfondimento culturale che, ancora una volta, ha come protagonista Michelangelo Buonarroti. «Si tratta di un'esclusiva assoluta – spiega il presidente di MetaMorfosi Pietro Folena – per la prima volta i segreti della Paolina, meno conosciuta della grande "sorella" Sistina, vengono svelati al pubblico in tutta la loro straordinaria bellezza».
Michelangelo dipinse per prima la Conversione di San Paolo tra la fine del 1542 e il luglio del 1545. I lavori per la Crocifissione di San Pietro iniziarono subito dopo ed ebbero termine nel marzo del 1550. Recentemente i due affreschi sono stati oggetto di un lungo e delicato restauro durato sette anni (2002-2009), curato dai tecnici dei Musei Vaticani sotto la guida di Maurizio De Luca e di Maria Pustka, e presentati da Papa Benedetto XVI il 4 luglio 2009.
«Sei metri e sessanta per sei e venticinque misura ciascuno dei due 'quadroni' dipinti ad affresco da Michelangelo nella Cappella Paolina», spiega il regista Nino Criscenti, giornalista televisivo che ha progettato e realizzato programmi, inchieste e documentari, dall'incontro con gli "Angeli del fango" dell'alluvione di Firenze nell'autunno del '66 a un ritratto di Pollini nel 2001, alla storia del David di Michelangelo, "Il Gigante", nel 2004. «Un'impresa sofferta: si mette all'opera che ha 67 anni e finisce che ne ha 75. Comincia dalla Conversione di Paolo che conclude in tre anni. Ma ce ne metterà cinque per dipingere la Crocifissione di Pietro. In quegli otto anni lavora anche al completamento di Palazzo Farnese, alla sistemazione del Campidoglio, alla fabbrica di San Pietro, alla tomba di Giulio II e a varie sculture. Otto anni di profondo travaglio spirituale che si riflette sulle pareti della Cappella Paolina: è come se in quegli affreschi Michelangelo avesse trasferito le sue meditazioni sull'uomo e su Dio, sulla morte, la grazia, la salvezza».
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