La Galleria Allegretti il 6 giugno alle ore 19,00 inaugura M'ODA, un'esortazione all'ascolto di un racconto visivo su corpo, immagine, materia e parola.
M'oda trasforma la Galleria in uno spazio di ricerca sui linguaggi dell'arte e del fashion design, seguendo quel fin rouge che da sempre li ha resi affini: la loro natura eminentemente sociale e la loro costruzione di nuove visioni.
M'oda è una metafora della complessità della realtà, delle molteplici interconnessioni che contaminano, arricchiscono e mescolano i linguaggi visivi, e che restituiscono espressioni che non appartengono più ad un codice o ad un altro, ma al contemporaneo e alla vita.
M'oda propone, attraverso un approccio arbitrario ma intuitivo, una relazione di continue influenze e, come racconta Roberto Allegretti, " presenta uno stimolo fondamentale per gli artisti: scolpire il marmo come morbida creta, immaginare lo spazio come un foglio, utilizzare materiali snaturati dalla loro funzione stessa e ripensati per diventare altro sono alla base del pensiero nella creazione delle opere esposte".
Il desiderio, l'emergenza, il consumo, l'effimero e la ricerca dell'infinito sono solo alcuni dei temi che a partire dalla sperimentazione del corpo, dell'immagine e dello spazio sono emersi dalla voce libera degli artisti invitati.
M'oda, a partire dal codice comunicativo immediato della moda, richiama tutti alla percezione diretta, senza filtri, del significato di ogni forma di arte.
Testo di Elisabetta Rizzuto
Una gigantesca scultura di zucchero sarà la cornice della mostra "M'oda – sentire la forma".
Sentire anche con il gusto, mangiando parte degli oltre dodici metri di dolcissima struttura applicata alla vetrina della galleria, per tutti gli affamati d'arte.
"La mia attuale espressione artistica -dice l'autrice dell'opera Cristina Fedrigo- mutevole ed effimera, spesso colorata e zuccherosa, si divora e non c'è più!", esattamente come l'arte.
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